mercoledì 2 febbraio 2022

Io. Voglio. Te.

Tutte le volte (cioè 2) che ho incontrato qualcuno conosciuto sul sito "fammi la vita facile", poco prima di vederli ho avuto lo stesso impulso: buttarmi tra le braccia di Sir e dire:

 io
 voglio
 te. 

La prima volta l'ho fatto, la seconda non ho potuto.

Inutile girarci attorno io voglio Sir, con i suoi pregi e i suoi difetti, punto. 

Il lasciapassare lo volevo per non farmi scappare un occasione, casomai fosse capitata.

Quello che sto facendo, cercare qualcuno, è invece una porcheria, per invidia per ripicca, e alla fine dei conti è uno svendersi senza la dignità che mi appartiene checché me la racconti. Quindi, basta: rimettersi in gioco è tutt'altro. È davvero intrigare un ignaro passante con uno sguardo e un sorriso COVID permettendo. O ottenerne l'attenzione con una risata o una battuta sagace.
Ho perso di vista me stessa, in un turbinio di emozioni e sentimenti scontratisi con problemi sul lavoro che mi hanno fatto letteralmente esplodere la testa, facendomi dormire 36 ore filate, e costringendomi a letto troppo debole per fare qualsiasi cosa, tranne cercare autogratifica chattando con i classici morti-de-figa. 
Sir non è perfetto ed è mio marito da 25 anni. Va da sé che in una vita passata insieme "con rischi indicibili e traversie innumerevoli" è difficile sentirsi felici spensierati ed innamorati come due adolescenti insieme da 2 settimane, specialmente se hai figli. Questo è quello che invidio a Sir, che se non lo è ne ha i sintomi di una forma lieve si innamoramento. So anche bene come ci si sente. Qualche anno prima che aprissi questo blog, conobbi via internet un uomo: casualmente c'è la stessa differenza di età che c'è tra Trilli e sir. Casualmente sia la io di allora che la Trilli oggi non avevamo le attenzioni che desideravamo dai nostri compagni. Ci tengo a precisare che le attenzioni desiderate sono diverse tra la me di allora e Trilli. E casualmente come sir ha incontrato Trilli io ho incontrato F.: in modo completamente inaspettato. Lui abitava ad oltre 500 km da me, quindi i nostri contatti erano solo chat, telefonate ed SMS. Ma attendevo il suo buongiorno alla mattina e il suo buonanotte alla sera, sapevamo quando potevamo chiamarci l'un l'altro. Mi faceva stare bene, mi faceva sentire importante, intelligente, e amata. Aveva riscosso dal torpore un po' la mia femminilità, abbandonata perché al Sir di allora non faceva differenza se fossi vestita sexy o elegante o con i jeans: mi sentivo semplicemente trasparente ai suoi occhi. Una volta in quel periodo felice andai a fare shopping di qualche capo femminile, spinta un po' dall'amico F. Tornai verso casa con indosso una gonna bianca larga fino al ginocchio, un maglioncino rosa e scarpe coi tacchi. Mi sentivo bella felice radiosa un po' come Carrie di sex and the city. Chiesi a Sir di venirmi a prendere al capolinea del tram. Mi accolse perso nei suoi pensieri di scazzi per i suoi hobbies, e quando gli chiesi un parere sul mio abbigliamento ricevetti solo critiche e disappunto di una tale acidità, che appena tornata a casa mi nascosi in un paio di jeans, camicia abbondante ed andai sul balcone a piangere. Vi lascio immaginare chi asciugò quelle lacrime. Sir ci mise 3 giorni per rendersi conto di quello che era successo. Sir all'epoca era decisamente insensibile o completamente incapace di darmi quell'importanza di Donna che desideravo e meritavo. F. Invece, mi dava queste attenzioni. Ed io ero al settimo cielo e contemporaneamente mi sentivo di tradire Sir, pur non essendo mai andata a letto con F., anzi fu proprio quando me lo propose che mi rifiutai, mollando il gioco. Ora Sir è cambiato: non esagera con i complimenti, ma almeno è in grado di dirmi "stai bene" se metto qualcosa di diverso dal solito. Ed io ho bisogno di questo,  che qualcuno mi veda, che Sir mi veda. Non ho bisogno di questi morti-de-figa che come mi ha fatto giustamente notare Sir ieri, anni fa avrei preso a calci nel culo fino a farli sparire. Ritorniamo indietro, ai sorrisi e all'essere intrigante, soprattutto all'aprirsi verso gli altri, perché a me mancano anche semplicemente gli amici. Poi se sarà, sarà.


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