Oggi Rosa!
Il "La" per la scelta del colore, e di conseguenza, dell'argomento, me lo hanno dato gli Aerosmith:
"Pink it's my new obsession
Pink it's not even a question,
Pink on the lips of your lover, cause
Pink is the love you discover"
Per chi non conoscesse o non avesse in mente di quale canzone io parli la può vedere/ascoltare qui.
E per chi non sapesse di cosa parla esattamente questa canzone, perchè non è affatto esplicita, ma molto carinamente allusiva, si parla di lei la regina indiscussa della scena, la vagi!
Di fatto a vederle in giro sul web ce ne sono poche veramente "pink": la mia lo è.
Come vogliamo chiamarla?
Dire "vagi" è riduttivo, esclude labbra e clitoride. Di fatto ci sono un sacco di nomi di fantasia che danno un idea più globale del tutto. Quello che a me piace di meno è "patata": non ci assomiglia proprio. Semmai se può assomigliare a una prugna (broegna). A guardarla bene, nella sua complessità mi ricorda più un fiore con parti carnose e parti frastagliate, ma la mia competenza botanica è scarsa per trovare qualcosa che la ricordi ed usarne il nome. Quello che mi fa più ridere è "Bernarda", però non riuscendomi a decidere tra i tanti ho deciso di contrassegnarla con *** ed ognuno di voi ci mette il nome che più gli garba.
quindi si parla di *** e di masturbazione.
Ho iniziato a masturbarmi a... beh, presto. Non troppo ne troppo poco, diciamo comunque in un età ormonalmente corretta, ma "moralmente" protetta, spinta non dalla curiosità, ma dalla libido senza mezzi termini. Si parla di "prurito in mezzo alle gambe", ma se devo veramente paragonarlo a qualcosa mi dà più l'idea di qualcosa di frizzante, come una bibita gassata, come all'effetto dell'acqua ossigenata su una sbucciatura, più che a un prurito, anche se alla fine l'unica cosa che desideri è "grattartelo".
E si parte in una cieca esplorazione di una parte del corpo che fino ad allora è servita solo per fare la pipì. Prima attraverso i pantaloni, poi da sopra l'intimo fino a che non fai il "grande passo" e ti liberi delle barriere di stoffa.
E' un percorso di scoperta di te stessa, del "dove" ti piace di più, del come sei fatta, di quell'irregolarità anatomica, ma corretta, delle labbra di diverse dimensioni e del clitoride. Poi della profondità della vagina, di per sé anche poco eccitante, perdendosi il dito, e lasciandoti nel dubbio del "sarà più interessante scopare?" "essere riempita con qualcosa di più grande?"
Così scopri te stessa, e la curiosità del "riempir spazi vuoti" s'accresce. Mi sono masturbata con il manico della spazzola, con il tappo dello shampoo, con una penna souvenir molto più lunga e grossa di una bic, ma non mi dicevano niente. Niente brivido in più. Credo che se avessi avuto tra le mani un vibratore o un dildo, non avrei esitato a provare anche quello.
Un ragazzo, invece no. A parte il fatto che rientravo nella categoria "sfigata-allupata", con scarse opportunità, c'era pur sempre una parte da recitare "da pudica" quando invece non desideravo altro che sentirmi accarezzata, palpata, scoperta. Insomma si sarebbe fatto "un secolo prima se lei fosse tornata vestita soltanto del bicchiere" per citare Ligabue. E poi un ragazzo non ce l'avevo, e avrei aspettato qualche anno prima di trovarne uno non troppo timido da provare e riuscire a farsi il mio "tour de corp" facendomi bagnare per la prima volta, ed un altro anno, ed un altro ragazzo prima di perdere la verginità.
Ma la scoperta di chi fossi era ancora lontana.
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