... Hai fatto davvero per me quella cosa lì che odi mortalmente fare, pur di farmi sorridere?
(Non vi dirò mai cosa)
... Hai fatto davvero per me quella cosa lì che odi mortalmente fare, pur di farmi sorridere?
(Non vi dirò mai cosa)
Questa fantasia l´ho scritta quando ancora gli schermi erano monocromatici verdi e i file si conservavano su dischi da 5 1/4, quindi sì è innocente, delicato scritto da una A'tuin's Lady poco appena ventenne, e non ci crederete il soggetto è Sir. Condivido per non perdere: sono riuscita a conservarlo per così tanti anni e non mi stupirebbe se l'avessi pure già pubblicato qui, ma invecchio e seppure mi ricordo di averlo scritto, non ricordavo di averlo salvato e coi miei chiari di luna in cui faccio pulizie di vecchi files così come di storie scritte a mano è una fortuna che sia sopravvissuto così a lungo. Forse perchè proprio il primo.
"Mi sentii pervasa da una forte sensazione di calore , come da ormai molto tempo non mi capitava più. Solo una sua mano, scivolata lentamente dietro ,sulla nuca, mi era bastata per farmi rivivere qualcosa di passato e di stupefacentemente bello. Chiusi gli occhi e mi abbandonai con un’ attenta e fremente dolcezza, assaporando la carezza di quella mano sinuosa ed attendendo ciò che mi riservava l’immediato futuro. Un raffinato tocco di polpastrelli, un delicato massaggio intento ad illanguidirmi; poi una delicata ed insistente pressione che m’indusse ad assecondare la mano; le labbra dischiuse come una rosa appena sbocciata, bramavano spasmodicamente un bacio. Eccole accontentate piccole seduttrici carnose. Miele ed ambrosia vennero versati in quel bacio: come un fluido caldo la sensazione mi pervase tutto il corpo. Nulla poteva indurmi a resistere; seguii spasmodicamente i delicati giochi di labbra, mi abbandonai sempre di più alle insistenti pressioni della rossa seduttrice che disegnava il contorno della purpurea bocca dischiusa e smaniosa come nemmeno Leonardo avrebbe potuto fare; forse egli stesso per disegnare quelle della gioconda fece lo stesso. Poi fuggiva dalle labbra, e l’attesa del piacere diveniva essa stessa piacere. Gli piaceva vedermi inseguire la sua saporita bocca pur di prolungare quel piacere. Uno sguardo, fu tutto quello che avemmo tempo di dirci. E fu tutto. Quella stessa mano che da sola aveva iniziato a sconvolgermi , allontanò la mia testa reclinandola all’indietro e scivolò seguendo l’armonia del collo per soffermarsi sulle spalle che lo scollo lasciavano audacemente scoperte; le due piccole fiamme rosse di passione avevano preso a scendere dalla rosa sbocciata al mento e poi al collo. Le mie mani iniziarono a sentire il suo corpo caldo e deciso come se fosse stato scolpito dal Michelagnolo e le mie difese erano ormai dipartite. Fu un’attimo e mi ritrovai tra le sue braccia mollemente abbandonata ,gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro. I capelli sciolti sembravano ai riflessi della tenue luce delle candele un’impetuosa ed inarrestabile cascata di fuoco. Mi coricò sul letto vestito di morbide lenzuola di seta delicatamente profumate di fiori di campo, poi mi accarezzò il volto ed i capelli e disse: “ lascia fare a me , ti prego”. Chiusi gli occhi di nuovo. Ora Ero completamente arresa alle sue mani ; distese le mie braccia all’indietro oltre la testa e ricominciò a baciarmi dovunque ci fosse una zona di pelle scoperta ma non sulle labbra. Quei baci erano morsi di labbra; si dischiudevano come se stesse assaporando il più morbido dei gelati per poi richiudersi trascinandosi mollemente e trasportando con se la mia pelle. Non mi resi conto che il mio desiderio di assaporare quei baci sul resto del corpo era continuamente soddisfatto. Riuscii a mala pena a capacitarmi che oltre ad aver abbandonato le mie difese avevo anche abbandonato i miei vestiti. Non aprii gli occhi ;con la mano cercai il suo corpo , il suo petto. Lo trovai, giunsi al collo e come se fossi stata in preda di un attacco di follia lo accarezzai a mia volta senza nascondere il mio fremere il mio desiderio la mia brama. Non ci volle molto per ritrovarsi comodamente svestiti sulle lenzuola di seta. Ora ero solo all’inizio di uno stato estatico in cui i desideri si confondevano con la realtà e i copri s’intrecciavano in un nodo unico nel suo genere. Non esistevano più barriere per le mani ne per i corpi ; sentivo i suoi muscoli contrarsi e rilassarsi , mentre le sue mani esploravano il mio corpo senza alcun ritegno. Scivolarono palmo e dita come un pennello dal collo sul petto soffermandosi a contemplare i candidi seni completati da teneri capezzoli rosa ; la mano seguiva il contorno di questi come a volerli modellare ,come a volerne imparare la forma ; e la rossa pellegrina di desiderio non poté fare a meno di esprimere il suo stupore al timido capezzolo. Poi la mano continuò nella sua missione, e giunse alla fine della corsa. Non le fu difficile aprire un varco dove già le stesse difese cedevano e tendevano ad aprirsi da sole, alle profonde carezze venne fatto largo ai pionieri del piacere che si profusero in baci assaporando della mia dolce languidità . Avrei capitolato di lì a poco, e l’attesa non fu lunga : La breccia ormai era stata aperta e il mio conquistatore del piacere aveva fatto il suo ingresso in me. Più di prima non mi rimase altro da fare che abbandonarmi alle richieste del mio conquistatore. Come edera avvinghiai le mie gambe alle sue e decisi di seguire il dolce movimento dell’onda del mare sulla battigia. Fui battigia e fu onda di mare calmo e di mare in burrasca : assaporavo e divenni onda impetuosa il mare ero io. Mi accolse nella mia buriana e attese la quiete dopo la tempesta per ritornare ad essere il mare e farmi assaporare la sua calda tempesta che si profondeva dentro di me. "
La scopata sonnolenta è quella che vuoi e non vuoi fare. La vuoi fare perché tuo marito hail gingillo nel miglior tiro possibile, quello del mattino esageratamente presto; non la vuoi fare perché è mattino troppo presto ed hai sonno. Però l'occasione, pardon il morning bird (riadattamento poetico) è troppo goloso per farselo scappare, così ne assaggi un pezzettino: via le mutande e fai nidificare il morning bird in mezzo alle gambe.
"L'uccello accetta la calda e morbida situazione e se ne sta lì tranquillo er un tempo variabile poi inizia ad agitarsi un po'. Poca roba: un lieve avanti e indietro di assestamento, con qualche pausa. Poi ci prende gusto e decide di esplorare in profondità il nido e lì stupito, dal calore e dalla morbidezza accogliente, meglio se casualmente lubrificato, si agita per ben benino dando soddisfazione anche al nido."
Ma la posizione sdraiata su fianco mia e di sir concilia anche il sonno: quindi di tanto in tanto ci si abbiocca, e l'uccello si ferma in un abbraccio tanto erotico quanto poetico, che trasuda complicità affiatamento ed amore. Sì va avanti così alternando pisolini e ciulatine: spesso ci si sbaglia e si entra dall'altra parte dando piacere a me e un po' di frustrazione (ma poca eh?) A sir che nella sonnolenza non ha ben capito dove fosse. Spesso la scopata sonnolenta non si conclude, ma è quel sesso fatto di coccole, che serve per stare bene insieme.
Due sabati fa sir ha commesso un errore che mi ha ferito profondamente e mi ha portato a dubitare di lui. I miei dubbi si sono trasformati in risentimento e rabbia, che ho abbondantemente riversato su Sir, e poi in disperazione perché la rabbia ferisce sia chi la sfoga che chi la subisce. Sir nonostante fosse stato ferito a sua volta dalla mia rabbia, mi ha chiesto di informarlo che stessi bene,che non avessi attacchi di panico; è stato con me nella mia disperazione abbracciandomi ogni minuto libero che ha avuto; mi ha tenuta abbracciata per farmi addormentare, addormentandosi lui prima di me ed ogni volta che gli cedevano le braccia mi riabbracciava subito.
Non ho più dubbi e non ne devo più avere.
Mi ama oltre ogni modo ed io sono stata accecata dalla rabbia.
Lo scrivo perché non devo scordarmelo MAI PIÙ. Soprattutto quando nel dormiveglia mi assalgono le paturnie più terribili.