venerdì 5 gennaio 2024

Cinefilia

Sybille aveva labbra carnose, come spicchi d'arancia. Carnose erano pure le guance, i seni, i fianchi, le gambe. Aveva un magnifico corpo a clessidra contornato da biondi capelli ondulati e grandi occhi blu. Era il sogno ad occhi aperti sotto il sole di molti uomini e molte donne, ma lei amava il buio del ci­nema. Ci andava ogni volta che poteva, adorava quella stanza buia e la non-luce che proveniva dallo schermo illuminato. Ci andava vestita sempre nello stesso modo: un vestito a tubino con scollo quadrato, calze con la riga e tacco a spillo. Sybille era ben più che consapevole della sua avvenenza e non disdegnava metterla in mostra soprattutto se andava al cinema. Ci andava da sola perché non avrebbe mai condiviso quel piacere con nessuno. 
Era un sabato pomeriggio come tanti e Sybille andò al cinema. Il film era iniziato da poco quando entrò in sala. La non-luce illuminò poco meno di 10 spettatori, lei esclusa. Come faceva sempre si diresse verso la fila piú vicina allo schermo che fosse occupata e si sedette alla destra dello spettatore già presente. Sullo schermo c'erano 2 donne inginocchiate sul letto che si baciavano, ma quello a Sybille non importava. A lei importava lo spettatore. Per sedercisi accanto gli era passata davanti sapendo lo che non sarebbe passata inosser­vata. Lo spettatore era caduto nella sua trappola a clessidra al profumo di Poison. Sybille lo aveva ignorato seguendo lo stesso schema di sempre: si sedeva e iniziava a guardare il film.
Sapeva che la presenza di una donna in un cinema porno era inusuale: per questo motivo ignorava l'ignaro spettatore affinché potes­se tornare a godersi il film con il cazzo in mano. Fu così anche quella volta: mentre le due attrici si baciavano e si accarezzavano sullo schermo, lo spettatore dopo un primo momento di stupore riprese ad accarezzarsi il cazzo fuori dal pantaloni. Sybille attese poco più di un minuto poi allungò la mano su quel cazzo a disposizione accanto a lei. La sua mano si presentò delicatamente facendo sobbalzare di sorpresa lo spettatore. Con lo sguardo fisso allo schermo Sybille iniziò ad accarez­zarlo delicatamente. Lo spettatore si rilassò accettando quel dono inaspettato. Era quello che Sybille voleva ed aspettava: appena avvertì che la tensione dello stupore si fosse dissipata si chinò su quel cazzo ed iniziò a spompinarlo lentamente. Lo spettatore sospirò e come accadeva sempre non fece resistenza, anzi si rilassò. Le labbra di Sybille circondavano l'asta: odorava di sega vecchia, ma a lei non importava, le importava avere le sue labbra su un cazzo vero che non avesse ne corpo ne volto come poteva esserlo nella non-luce del cinema. Le piaceva sentirli ansimare, sentire la reazione del loro corpo. Talvolta trovava solo chi si godeva il dono inaspettato, altre volte chi voleva parteci­pare, altre ancora chi voleva guidarla appoggiandole una mano sulla testa. Sybille stava già lavorando di bocca da qualche minuto quando un secondo spettatore si accorse di ciò che stava accadendo. Si sedette accanto e si mise ad accarezzarle il culo sollevato. Sybille sorrise fra sé con il cazzo in bocca: attendeva che arrivasse qualcun altro e fu contenta di non dover aspettare a lungo. Il secondo mentre con una mano si trastullava il cazzo, con l'altra esplorava la roton­dità di quel culo generoso, la rotondità delle cosce e la linea che le separa. Sybille scostó lievemente le gambe per lasciar intendere che gradiva quell'attenzione. Il vestito si sollevò quel tanto da scoprire al tatto il pizzo delle calze. La mano del secondo colse l'occasione per esplorare quel luogo delicato. Sfiorò il bordo del pizzo spostandosi verso la natica ed infilandosi sotto il vestito. Il culo era tondo e sodo, lo stacco tra coscia e natica sembrava scolpito. La mano si mosse per infilarsi tra le 2 cosce coperte da quella fascia di pizzo: era caldo. La mano tornò sul culo e sollevò decisamente il vestito. Sybille non indossava le mutande. Mentre continuava a spompinare lentamente il primo spettatore, il secondo le accarezzava il culo nudo col vestito tirato sui fianchi. Ora anche la figa era all'aria ma la posizione non dava possibilità di essere raggiunta. Sybille decise che era ora di cambiare fila. Si interruppe, si alzò e disse "venite" dirigendosi in prima fila. La non-luce illuminò 3 figure di cui una decisamente a clessidra. Fece sedere su una poltrona il primo spettatore e si chinò su di lui per continuare da dove si era interrotta e porgere il culo al secondo che le pose la cappella tra le natiche all'altezza del buco del culo. Le appog­giò le mani sulle natiche spingendole 1'una contro l'altra e iniziò a strusciarsi e a masturbarsi con il culo di Sybille. Il primo spettato­re era ormai al limite quando altri astanti decisero di raggiunge­re il terzetto. Sybille si rese conto di essere diventata il centro dell' attenzione perciò aumentò  il ritmo del suo pompino e lo fece venire in bocca. Estrasse un fazzoletto dal reggiseno e ci sputò dentro. L'orga­smo del primo fu d'ispirazione anche per il secondo che le venne in mezzo alle natiche sporcandole il culo e la figa prima di quanto lui desiderasse. Fu un eiaculazione rapida: si piegò verso di lei con il cazzo ancora tra le natiche e le disse: "Permettimi di ripulirti dalla mia sborra: allarga le gambe." Acconsentì sen­za girarsi; sollevò una gamba appog­giando il piede sul bracciolo della poltrona antistante. Un terzo spetta­tore si infilò nella seconda fila e senza fare domande le mise il cazzo davanti al naso. Sybille lo prese in bocca ed iniziò a succhiare. Il Secondo le leccava via la sborra a volte a lingua piena a volte disegnando dettagli con la punta: le piaceva quello che le stava facendo e il suo respiro confer­mava il piacere. La leccava ma non faceva una mossa di più di quello che serviva per ripulirla. Finì, si avvicinò alla sua testa le sussurrò "grazie" e se ne andò: il posto era libero per un quarto che non tardò ad arrivare. Le si avvici­nò all 'orecchio e le disse" Signora ho un unico desiderio: voglio metterti la lingua nel culo. Niente dita, niente cazzo: ti prego di permettermi di leccarti il culo". Sybille non s'interruppe e si limitò ad allontanare con la mano una natica a mo' d'invito. Il quarto iniziò ad accarezzarle il culo, ci appoggiò il viso contro come se fosse stato un cuscino le baciò le natiche più volte, poi le divaricò le natiche ed iniziò a leccare. L'eccitazione di Sybille cresceva: non era insensibile a quelle attenzioni. Le stava contornando con la punta della lingua la rosetta che pulsava di piacere ed iniziava a rilassarsi. La figa le si stava bagnando e gonfiando. Poi allontanò le mani le natiche tendendo la rosetta e infilò la lingua nel culo. Sybille emise un lieve gemito a bocca piena. Sentì il cambio del respiro del terzo spettatore: stava per venire mentre lei godeva bagnandosi della perversione anale di un altro. Lo portò al limite e si fece schizzare nella bocca aperta mentre 1o masturbava facendo volare qualche schizzo sul viso. Il terzo si sedette dov'era e Sybille si appoggiò alla spalliera della poltroncina. Il quarto tolse la lingua dal culo, gemette e venne da solo. Subito arrivó un quinto che senza dire nulla le si mise dietro e passandole la mano attraverso le gambe andò a cercare la figa. Sybille gemette: era gonfia e bagnata. Le prese prima le grandi labbra insieme poi cercò il clitoride con due dita. Sybille lasciò cadere la testa, le attenzioni che aveva ricevuto l'avevano portata dove voleva: essere vogliosa, calda bagnata e gonfia. Le fece allargare le gambe spingendo un piede contro i suoi commentando con un "su da brava"; poi sempre tenendole il clitoride prese il suo cazzo e glielo infilò in un colpo solo. Sybille gemette di piacere. Si arrese a quel piacere brutale e deciso di chi non ha bisogno di parole per capire la situazione e non ha bisogno di permessi. La prese per i fianchi ad inizio a sbatterla con pochi colpi decisi e profondi. Sybille gemeva e ansimava di piacere: amava essere posseduta così, con decisione. Poi rallentò d'intensità ed iniziò a scoparla con ritmo ma non forsennato. "Lo vedi che sei brava?" le disse. Sybille voleva un altro cazzo da succhiare e lo chiese. Sotto i colpi dell'uno succhiava il cazzo per inerzia di un altro. Il quinto si staccò, la fece allontanare dall' altro cazzo e si sedette sulla poltrona. Poi fece sedere Sybille su di sè e riprese a scoparla. Anche il sesto li raggiunse mettendosi di lato: Sybille riprese a spomopinarlo per inerzia mentre le sue mani s'infilavano nel vestito per prenderle una tetta. Sybille aveva il clitoride in bella vista. Un settimo si inginocchiò davanti a lei e inizió a leccarla mentre veniva scopata. Sybille aveva perso il controllo della situazione e godeva di ogni attimo, di ogni gesto che il suo respiro marcava con piacere. Il sesto venne sborrandole sulla faccia e sul decolleté. Il quinto sembra infinito. Il
suo cazzo era grosso e durissimo; stava scopandola ora con un ritmo incalzante che portandola sempre piú vicina all'orgasmo con la collaborazione del settimo che alternava la lingua al dito. Sybille venne urlando. "Che brava che sei a venire. Fammi vedere ora che sei più brava ancora: mettiti a gattoni e fammi venire succhiando" le disse il quinto dal cazzo infinito. A Sybille piaceva anche quel gioco di possessione. Si inginocchiò assecondando la richiesta. Lui le mise la mano ben aperta sulla testa per guidarla. Il settimo approfittò di quella posizione e si mise a puntarle il culo con il glande: Era cosí eccitata  che il cuol aveva perso qualsiasi resistenza permettendo a quel cazzo di infilarsi senza sforzo. Mentre se la inculava il settimo riprese a giocare col clitoride: lo teneva tra 2 dita a volte girandolo a volte premendolo a volte tirandolo. Sybille riprese a gemere e a godere. "A te piace proprio scopare, vero bellezza? Sì succhiamelo così" e fu l'ultima cosa che disse il quinto prima di sborrare spingendole il cazzo con forza in bocca e costrin­gendola ad ingoiare. Si rimise il cazzo a posto, poi si alzò e se ne andò. Il settimo le stava ancora scopando il culo masturbandola. Sybille venne urlando una seconda volta mentre sentiva gli schizzi caldi di sperma nel culo. Anche il settimo se ne andò.
Attese poi qualche minuto si ricompose ed uscì mentre il film era lontano dalla fine e gli astanti erano tornati al loro posto, pronta per un altro film un altro giorno.

domenica 12 novembre 2023

I piaceri solitari di Sophie

Sophie era una come tante: né troppo giovane né troppo vecchia, né troppo bella né inguardabile, ordinata nell'aspetto ma non appariscente. Moglie, mamma, single? Impossibile a dirsi. E forse come tante condivideva una piccola passione per il piacere anale. A Sophie bastava pensare solo all'essere scopata in culo per iniziare ad eccitarsi. Le piaceva più di ogni altra cosa quel piccolo alone di tabù di "sbagliato" che rimaneva attaccato al sesso anale: d'altronde quel buco non era stato creato per il sesso procreativo. La faceva spesso sorridere una citazione di Ken Follett tratta da un letto di Leoni "Fai come la moglie del Mullah, usa un buco un po' più in là", e a lei piaceva usare quel buco un po’ più in là. Le piaceva prepararlo per quel "non si sa mai" . Si prendeva il suo tempo e preparava quello che le serviva: la peretta, la soluzione quel mezzo grado più calda della temperatura corporea che le saliva su per la schiena. Le piaceva anche quella posizione scomoda in cui doveva mettersi per farsi il clistere da sola perché aumentava quel senso di " sporco" di perverso che tanto le piaceva. La parte miglio­re era infilarsi nel culo la peretta e iniettare la soluzione. Già al primo getto iniziava ad ansimare e la figa a risvegliarsi. Le piaceva così tanto che talvolta ripeteva il trat­tamento più volte fino a che la figa non era gonfia e grondante. Le sarebbe piaciuto trovare un compagno o compagna di giochi che la aiutasse: culo all'aria, niente peretta, ma uno di quegli infusori a caduta con rubinetto per centellina­re il piacere della soluzione calda e due mani una per gestire il rubinetto una per giocare con la figa gonfia e grondante che il clistere le procurava. Le era già capitato che ci fosse "quella volta che non si sa mai" per cui al trattamento di pulizia seguisse a poche ore di distanza una bella scopata. Il culo in quel caso oltre ad essere pulito e non rilasciare sorprese come nelle "occasioni a sorpresa" era molto più rilassato ed accogliente dando un piacere superiore e offrendo un ritmo decisamente più incalzante. Avrebbe potuto in quella circos­tanza fare sesso anale per ore. Una volta aveva visto un video di una scopata in culo strepitosa. Lui aveva un cazzo notevole: lungo in giusto e largo un po’ più del giusto. Lei era messa a culo all' aria con un paio di cuscini a sostenerla in quella posizione con il buco rivolto verso l'alto quasi fosse l'apertura di un pozzo. Lui arrivava dall'alto e glielo sbatteva dentro senza tanti complimenti in una volta sola tolto fino in fon­do e con un ritmo da scopata. in figa. Lei era rapita dal piacere e urlava ad ogni colpo: sicuramente i cuscini servivano per sorreggerla perché le gambe sono prima cosa che cedono se godi davvero tanto come sembrava fare. Sophie desiderava essere scopata così, ma non era sicura di poter prendere in culo un cazzo di quelle dimensioni, in quel modo, al primo colpo. Il dolore progressivo di una prima penetrazione le piaceva, ma se fosse stato troppo intenso in poco tempo le avrebbe tolto l'entusiasmo e non si sarebbe più ripresa per ore. Le era già capitata una cosa del genere. Voleva sperimentare una dop­pia penetrazione contemporanea con 2 cazzi veri, non come aveva fatto fino ad allora con uno vero e un dildo o con 2 dildos. Il prescelto per il culo non aveva un cazzo esagerato in dimensioni: si era già fatta scopare da quel tizio e le misure prese con la figa lo definivano accettabile per il culo senza troppo impegno. Le piaceva davvero l'idea che finalmente potesse prendere due cazzi, forse tre, ma il prescelto per il culo anziché usare un po' di gentilezza per entrarle dentro fu davvero goffo appoggiando spostato dall’apertura anale il glande e spingendo il cazzo come se dovesse entra­re in figa. Penetrazione mancata, dolore inutile ed entusiasmo rotto. Forse sarà per un'altra volta con qualcun altro un po' più competente o più intelligen­te. Mentre il liquido le entrava in culo e il suo calore le risaliva la schiena, Sophie cominciò ad ansimare. Si eccitava sempre di più e viaggiava con le fantasie. Sapeva che alla fine del "trattamento di bellezza" si sarebbe data soddisfa­zione da sola: questa volta voleva provare qualcosa di nuovo. Decise che come altre volte in culo avrebbe usato il dildo a doppia punta, quello quello che aveva comprato per usarlo con un amica e che non era ancora riuscita ad incontrare. Quello era abbastanza lungo da permetterle di muoverlo da sola avanti e indietro. Aveva visto quegli apparecchi ingombranti che simulano il movimento di andirivieni della scopata, ma andavano oltre il suo limite di perversione, e poi preferiva qualcosa di più comodo da usare e riporre. Per la figa avrebbe usato un vibratore corto a doppia punta perfetto per stimolare per bene e completamente tutta l'area clitoridea e se proprio ce ne fosse stato bisogno di sentirsi penetrata anche in figa c'era un altro dildo pronto dalla cappella ben pronunciata. Peccato non ci fosse un cazzo vero da succhiare. Sophie prese il dildo a doppia punta lo fece scivolare tra le grandi labbra per bagnarlo un po’ e iniziò a premere sul culo: era talmente rilassato che scivolò dentro tutto in un colpo per metà della sua lunghezza strappandole un sospiro. Inizio a muoverlo lentamente tirandolo fuori quasi tutto fino a che la corona del glande sfiorasse lo sfintere  dall’interno per poi ributta­rlo dentro. Fece così un po’ di volte poi decise di osare. Osò tirarlo fuori tutto e rimetterlo dentro come facevano in quel video anche se il suo dildo era decisamente meno largo del cazzo del video. Lo tirò fuori del tutto, sentì il glande di silicone abbandonare lo sfintere e poi decise di provare con un movi­mento unico. Il dildo entrò senza fare complimenti come se il culo le fosse rimasto aperto aspettandolo. Rimase senza fiato e felice. Ripeté l'operazione più volte fino a che non senti la figa gocciolare. Decise che doveva andare oltre. Provò a mettersi a culo all'aria nella stessa posizione della tizia nel video facendosi sostenere dai cuscini. Riuscì a penetrarsi il culo con la stessa decisione nei movimen­ti delle penetrazioni precedenti. Non sapeva se era più felice per essere riuscita in quella manovra o per il dildo in culo che agitava avanti e indietro a ritmo serrato come se fosse quel tizio del video. Prese il vibratore lo accese sulla vibrazione pulsante alla massima intensità e se lo incastrò tra la figa e il cuscino e poi continuò a scoparsi il culo. Il piacere saliva così lentamente che si sentiva morire nell'attesa dell'orgasmo. Si mastur­bava e immaginava di essere il giocattolo nelle mani di più uomini che non volevano nient'altro che vederla godere e sentirla urlare di piacere. Con quell'immagine in loop nella sua testa venne quasi urlando e contraendo spasmodicamente tutta la muscolatura vaginale. Doveva assolutamente trovare il modo di trovarsi con più partner per giocare e farsi giocare. Sarebbe stato diverso, più caldo e più imprevedibile ma non di meno entusiasmante.

sabato 2 settembre 2023

Scappatella a Milano 2/2

Elle e Marco si avviarono con passo veloce verso l'albergo dove Elle alloggiava. Entrarono in ascensore e Marco girò Elle prendendola di schiena e la spinse contro la parete dell'ascensore con tutto il suo corpo e avvicinando la sua bocca al collo, senza toccarla ma solo per sentirne il profumo, sfiorandola con la punta del naso, J'adore misto a feromoni: inebriante. Elle lasciava che il suo corpo ascoltasse quel sottile piacere, mentre il desiderio sotto forma di cazzo duro premeva sul suo culo attraverso la stoffa, e veniva tradotto in un sussurro all'orecchio " Ti voglio". L'ascensore si fermò di scatto ponendo fine a quel secondo aperitivo. La stanza era infondo ad un corridoio male illuminato: Marco le chiese di andare avanti perchè voleva guardarla camminare: Il vestito ondeggiava ad ogni passo quasi volesse far intravedere la curva dei glutei ad ogni passo. Non aspettò molto a seguirla. La raggiunse che non aveva ancora inserito la chiave nella toppa. Mentre Elle trafficava Marco cominciò a sfiorarle il collo con le labbra spostandosi verso l'orecchio per mordicchiarlo delicatamente. Purtroppo o per fortuna l'intento di Marco fallì e la porta si aprì lasciandoli entrare. Bruciava, avrebbe voluto spogliarsi lì in quel disimpegno e farla finita lì subito, ma Marco aveva ben altre intenzioni. Le prese le testa fra le mani reclinandola delicatamente per baciarla, ma non lo fece. Si mise a sfiorarle le labbra con le sue creando quell'attesa bruciante ed interminabile di un baci. Elle era rapita da questo modo di fare deciso e delicato allo stesso momento. Attendeva e bruciava attendendo la prossima mossa di Marco, che le mise in quel momento la lingua tra le labbra, ma non in bocca. A quella delicata pressione Elle non potè far altro che cedere, schiudere le sue labbra per cercare con la sua lingua quella di lui. Era una danza delicata che in breve si trasformò in un bacio sempre lento ma passionale, profondo. Elle si strinse a Marco che le lasciò la testa per sfiorarla delicatamente coi polpastrelli collo spalle schiena in una discesa interminabile ed inesorabile. Il corteggiamento del corpo, delicato lento solo sfiorato, che Marco le stava riservando creava un granello di polvere alla volta un eccitamento prorompente che Elle  viveva in una situazione di interminabile e piena di libidine attesa. Le mani di marco arrivarono sui fianchi di Elle, smise di baciarla e si inginocchiò: " voglio assaggiarti" le disse, poi le sollevò una coscia mettendosela sulla spalla, scostò il vestito ed avvicinò il volto alle grandi labbra. La mano le accarezzava le natiche mentre Elle sentiva il respiro solleticarle le grandi labbra umide e gonfie. Aveva sol un pensiero per la testa " sì ti prego fallo!", e nonostante le mani fossero sulla sua testa e potessero spingerlo ad avvicinarsi di più non lo fece: le piaceva da impazzire quel suo modo di condurre il gioco. Marco si avvicinò di più fino a sfiorare con la punta del naso il clitoride e con la punta della lingua le grandi labbra. sfiorava appena ed Elle bruciava di desiderio. Ogni sfiorare un ansimo. Marco la assaggiò appena: un passaggio di lingua attraverso le grandi labbra che strapparono ad Elle un lungo ansimo quasi lasciandola senza respiro. Marco risalì, facendo scorrere lentamente le mani lungo i fianchi e portando con sè il vestito di Elle lasciandola solo in scarpe e reggiseno. Fece un passo indietro per poterla guardare. Elle era eccitata e fiera e non potè fare a meno di notare che l'eccitamento di marco stava per scoppiare nei pantaloni. Si inginocchiò lei allora. Slacciava i pantaloni di Marco fissandolo negli occhi, caduti gli uni, seguirono anche i boxer lasciando alla vista di Elle un magnifico cazzo turgido dalla cappella ben tornita e pronto per essere assaggiato.
"Il boccone ne vale davvero la pena."
"Avevi dubbi?"
"In realtà non me ne ero posta, mi piaceva già quello che c'era"
Elle accostò una mano al cazzo di Marco con delicatezza come si fa quando si vuole accarezzare un fiore. Lo osservava: ne osservava le venature talvolta pulsanti, il contorno del glande l'orifizio gocciolante. Raccolse quella goccia con la punta di un dito e se lo mise sulle labbra mentre fissava Marco. Poi gli accostò il volto per sentirne il calore, quasi un atto di riconoscenza per quei due colpi galeotti  ricevuti sotto al ponte. Lo sfiorava con la punta delle dita, seguendone le venature fino a raggiungere la corona del glande e percorrerla risalendo verso quell'orifizio prodigo di goccioline. Ne raccolse un altra e la distribuì sulla cappella. Poi un altra ancora e la fece scivolare su tutta la lunghezza verso le palle. L'eccitazione di Marco era pari alla sua se non oltre: aveva così tanta voglia di lei che le palle erano contratte come se fossero delle molle pronte per scattare. Tenne la mano lì a raccogliere quelle molle cariche ed iniziò ad accarezzarglielo allo stesso modo con l'altra mano. Alzò lo sguardo per cogliere l'espressione di Marco: sembra le dicesse con quella bocca aperta, " ti prego prendilo in bocca". Elle sorrise ed avvicinò la bocca al glande. Estrasse la lingua, raccolse l'ennesima goccia ed iniziò a sfiorare delicatamente con la punta della lingua la cappella, lentamente a spirale fino a raggiungere la corona. Marco appoggiò una mano sulla testa di Elle come a dirle non fermarti. Con la mano Elle sollevò il cazzo e a lingua piena ma in modo delicato leccò tutta l'asta dalle palle alla cappella, strappando un ansimo di piacere a Marco, poi dischiuse le labbra e si lasciò scivolare lentamente il cazzo in bocca fino a dove riusciva a prenderlo. Marco fremette sia al primo che al secondo movimento, poi Elle si allontanò: "Questo è l'aperitivo" gli disse rialzandosi. Si liberarono degli ultimi indumenti per tuffarsi sul letto, ripetendo la stessa posizione a gambe dell'uno tra le gambe dell'altra già fatta a cena, solo che non si trattava di un delicato sfiorarsi: la gamba di Marco premeva sulla figa bagnata di Elle e il suo cazzo si strusciava sul fianco con un ritmo più definito e deciso, mentre la mano di lei glielo teneva premuto contro la gamba, e la mano di lui sollevata la coscia di lei libera andava alla ricerca dell'altro buco. Elle si strofinava sulla gamba di lui, e Marco lo faceva scivolare tra la mano e la coscia di Elle, ma durò poco. Marco voleva godersi Elle in tutto: si allontanò, e gli mise la faccia in mezzo alle gambe iniziando a leccarla con più decisione. Elle ansimava ad ogni colpo di lingua. Marco teneva ina mano sopra il monte di venere tirandolo un po' verso l'alto e scoprendo meglio il clitoride, anche se si stava dedicando di più alle grandi labbra che al clitoride stesso: l'effetto era dirompente. Prese a penetrarla con le dita: non le muoveva, ma le premeva contro la parete vaginale. Elle era ormai dispersa in quel puro universo di piacere quando Marco si staccò e la invitò a sdraiarsi su di lui in modo da avere la sua figa in faccia. che magnifica posizione per un 69. Marco leccava e la masturbava mentre Elle rapita da tutto ciò aveva dato inizio ad un pompino il più lento possibile, ma le veniva difficile trattenere il suo desiderio per andare piano. accarezzava a mano aperta sia le palle che il buco di Marco, talvolta stringendole delicatamente. Marco prese quella provocazione anale come un invito: smise di masturbarla in figa, le scosto per bene le natiche ed iniziò a giocare con il suo buco strusciandoci gli umori. Elle raddrizzò la schiena, fece scivolare i cazzo fuori dalla bocca e inarcò il culo pronta per farsi scopare. Avrebbe voluto tutto da Marco, avrebbe concesso tutto a Marco. Solo per una notte. Marco spostò Elle di fianco e le si mise tra le sue gambe con il cazzo in mano. "Ho pronto un boccone per le tue labbra" ed iniziò a strusciarle la cappella sulla figa. Elle tese le braccia per tirarlo a se e farlo entrare, ma Marco si teneva quel minimo a distanza per cui Elle non riusciva a prenderlo. Poi un movimento deciso e fu dentro di lei e più vicino: Elle lo avvolse con le braccia e le gambe Lo voleva sentire tutto dentro di se: nella sua testa ci era già entrato e con successo, ora lo voleva nel suo corpo. Marco si muoveva lentamente ed Elle ansimava ad ogni movimento: lento e costante come l'archetto sul violino. Elle gli pose una mano sul volto e lo invitò a baciarla lo voleva tutto dentro di se. Ogni movimenti un brivido, ogni brivido sempre più vicina all'orgasmo, e non voleva che arrivasse tanto presto. Marco uscì e mostrandole il cazzo le chiese: "lo vuoi assaggiare questo bel boccone che sa di te?" Elle si mise a carponi verso di lui ed iniziò a succhiargli il cazzo con decisione mentre Marco allungata una mano verso il culo le stuzzicava il buco. Elle ansimava e spompinava, Marco ansimava e stuzzicava. Poi le mise una mano spalla e le chiese di fermarsi e girarsi. Elle si mise nella sua posizione preferita quella della schiava: culo all'aria e petto in giù. Marco era stato ammaliato dalla foga del pompino: le mise la punta del cazzo sull'apertura della figa ormai ben aperta e con le mani  sui fianchi la penetrò con un colpo secco e deciso strappandole un urlo di piacere e stupore e continuando con colpi vigorosi. L'ansimare sotto quei colpi era diventato una serie di piccole grida di piacere che stavano coinvolgendo Marco sempre di più il quel aveva smesso di ansimare pure lui davo il via a vocalizzi meno equivocabili. Poi si fermò di colpo, tirò fuori il cazzo, vi infilò il dito, lo estrasse ed iniziò di nuovo a giocare col culo di Elle ma più deciso. Il culo cedette il dito entrò e subito dopo il cazzo entrò di nuovo in figa seguendo un ritmo più lento. Elle si sentiva morire dal piacere, l' orgasmo faceva capolino, ma non si era ancora deciso ad esplodere. Ma Marco voleva sentirla urlare. Con il quella posizione con la mano libera iniziò a giocherellare col clitoride, aumentando di poco il ritmo delle spinte finchè Elle non venne urlando. L'orgasmo le fece contrarre i muscoli della vagina rendendola più stretta mandando il sangue al cervello di Marco. Uscì di nuovo da lei, le chiese di succhiarglielo ancora una volta e poi la fece mettere di schiena tirandole su le gambe. Si appoggiò al buco ormai rilassato e glielo mise dentro. Iniziò a scoparle il culo come aveva fatto all'inizio con la figa e a masturbarla di nuovo nonostante fosse già venuta. Elle continuava a godere, la stava portando oltre una soglia che pensava non oltrepassabile. Le stava scopando il culo sempre con più foga e la stava masturbando, il ritmo si faceva sempre più incalzante. Elle venne una seconda volta seguita a ruota da Marco che con con un ultima spinta aveva iniziato a sborrarle in culo facendole sentire gli schizzi caldi dentro di se. Ora Elle sdraiata sul letto soddisfatta ed appagata avrebbe dovuto ammettere con Laurent che lui aveva ragione: poteva andare oltre quell'orgasmo sempre ritenuto conclusivo. Le si apriva davanti una nuova occasione per sperimentare con suo marito qualcosa di nuovo.

venerdì 1 settembre 2023

Scappatella a Milano 1/2

Il sole stava tramontando sul Naviglio Grande in direzione Corsico: Elle era tornata a casa seppur per un breve tempo. Era cambiato molto se non tutto, ma era pur sempre la sua città e certe cose come i tram sferraglianti non erano ancora cambiati. Era una bella serata a metà settembre con l'aria ne fredda da penetrare nelle ossa ne calda afosa da appiccicare la pelle: era in quel periodo di mezzo che fa sembrare tutto semplicemente perfetto e che permette di indossare un vestito leggero scampanato senza avere freddo. Stava aspettando Marco per un aperitivo uno di quei tanti incontri casuali che si fanno sul web e che portano a una simpatia reciproca senza nemmeno sapere il perché. Sarebbero andati a prendere qualcosa in uno dei tanti locali che tra Alzaia e Ripa si susseguivano l'uno dietro l'altro. Elle ne aveva approfittato per essere un po' più elegante del suo solito casual pratico: era nella sua città nei luoghi che amava e aveva voglia di goderseli un po' di più con un vestito di maglina semplice a fantasia floreale e un paio di tacchi. L'appuntamento era lì, sul ponte di via Valenza: forse non romantico come il ponte di vicolo de' Lavandai o come lo chiamano oggi ponte Alda Merini, ma pratico e sicuramente con una vista migliore rispetto a Porta Genova. "Sono a 2 fermate da lì" comparve sul telefono di Elle dal numero di Marco. Elle ripose il cellulare nella borsetta: odiava quelle catenelle per portare il cellulare a tracolla. Si voltò a guardare la Darsena e i locali che si preparavano per i clienti: "una volta lì ci passavo in bicicletta" disse tra se sorridendo ed aprendo un cassetto di ricordi infinito tra cui i pomeriggi di settembre passati in fila per comprare i libri usati per il liceo al Libraccio e a quanto fosse a quell'epoca inconsapevole delle sua capacità di donna. Un tram si fermò alle sue spalle, da cui scesero alcune persone. "Elle?" Elle, si voltò al suono di quella voce limpida e gioiosa proveniente da un uomo dalla tipica carnagione olivastra del sud e su cui faceva spicco un magnifico sorriso a cui Elle non poté fare a meno di rispondere. Si abbracciarono come vecchi amici, perché così capita quando si chiacchiera a lungo e si finisce per conoscersi bene. Si incamminarono Lungo l'Alzaia alla ricerca del locale che gli sarebbe piaciuto di più: Marco le offrì il braccio, in un atto di gentilezza di altri tempi, imparato dai film in bianco e nero o da un nonno molto premuroso. Un gesto a cui Elle non poté dire di no: aveva desiderio di un contatto fisico con Marco e quel gesto minimo e ben educato faceva proprio al caso perchè non era sfacciato come tenersi per mano o camminare abbracciati e non era "freddo" come il semplice camminare. Tradiva sì una "complicità" e forse voleva proprio essere quello. Decisero per un locale piccolo con dei tavolini risicati a listelli nei pressi di via Corsico che faceva sia da bar che da ristorante. Gli Spritz fecero solo da contorno a chiacchiere e risate già conosciute on line, ma che dal vivo avevano, giustamente tutt'altro sapore. A Elle quella parlata con accento del centro incuriosiva ed affascinava, inoltre Marco era bravo a raccontare e sapeva modulare bene la voce rendendo più vivi certi particolari del sui racconti tanto da colpire Elle nel profondo e farle desiderare di volerne di più. Ci mise un po' a capire che era una fine arte di seduzione quella che stava mettendo in atto Marco: attirare completamente l'attenzione di Elle, conquistarle la testa per poi ottenere il resto. Che gioco sublime che Marco stava creando per lei! Decise di rispondere e il tavolino era complice: era uno di quei tavolini risicati dove 2 coperti ci stanno a malapena e le gambe sotto…. beh o sai fare acrobazie o inevitabilmente si sfiorano. Elle cambiò posizione sulla sedia e le sue gambe accavallate finirono per sfiorare non troppo leggermente i pantaloni di Marco, quel non troppo leggermente da sfiorare con i pantaloni la gamba di lui. Elle aveva fatto il suo passo, sebbene fosse un passo immobile: rimanere lì come se non ci si fosse accorti di esserlo, d'altronde il corteggiamento è da che è mondo una danza fatta di atti eleganti e delicati. Elle ascoltava i sui racconti mentre sorseggiava lo spritz  nascondendo il resto del volto per mettere in risalto gli occhi e lo sguardo che stava cambiando da semplicemente divertito a sempre più interessato al narratore che al racconto stesso. Arrivarono le ordinazioni, Elle dovette cambiare di nuovo posizione sulla sedia e le sue gambe finirono in mezzo a quelle di Marco che si fecero più vicine quel tanto da sfiorarle le gambe quel non troppo leggermente da farle sentire le sue. Iniziarono a mangiare continuando quel corteggiamento silente come se nulla fosse.
"Posso avere un boccone dal tuo piatto?" Chiese Elle. 
"Certamente."
Elle fece per allungare la forchetta, ma Marco la fermò. "ah, ah non così." Marco preparò un boccone con la sua e lo allungò verso Elle. Lei dischiuse la bocca guardando Marco in volto ed accorgendosi che lui la stava guardando a sua volta. Prese il boccone lentamente chiudendo le labbra con delicatezza attorno alla forchetta e senza mai distogliere lo sguardo fino a che i rebbi non furono tolti. La danza aveva avuto la sua dichiarazione. Elle si raddrizzò sulla sedia e cambiò di nuovo la posizione delle gambe retraendole ed allungandole di nuovo per aprirle in modo che fossero una di quelle di Marco fosse tra le sue e di nuovo a contatto sfiorato ma non troppo. Elle riusciva a controllare ancora bene il respiro a " fare finta di nulla" ma la figa stava già fremendo ed illanguidendosi. Marco cambiò tipo di racconti passando da ricordi e considerazioni buffe al "qui ed ora".
"Mi piace il modo in cui prendi in bocca la forchetta."
"Se il boccone ne vale la pena, allora è giusto assaporarlo in tutti i suoi aspetti".
"Mi fai provare un boccone del tuo?"
" Certamente"
Senza indugi Elle preparò un boccone dal suo piatto e lo offrì a Marco. Senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro Marco afferrò il boccone solo con le labbra lasciando intonsa la forchetta: Elle ebbe un fremito che le percorse tutta la schiena e che controllò a fatica: voleva quelle labbra sul suo clitoride non aveva dubbi. La cena passò in un clima sempre più intenso e caldo, il tono delle chiacchiere era cambiato; saltarono eventuali dolci e caffè, per una passeggiata in direzione Darsena e albergo dove alloggiava Elle. Elle aveva voglia di passare vicino all'acqua, passando sotto il ponte dove una volta passavano i cavalli che trascinavano i barconi. Era un luogo lontano dalla vista del resto del mondo. Scesero, ed Elle attirò a sé Marco appoggiandosi al muro con la schiena: bruciava, voleva sentire il suo corpo anche se vestito sul suo, se sue mani su di lei. Marco non oppose resistenza le mise una mano sulla nuca e l'altra sul fianco e iniziò a baciarla. Elle si scioglieva in quella cornice tra il romantico e il trasgressivo stringendosi a Marco. Alzò una gamba puntellandosi al muro in modo tale da far avvicinare marco di più alla sua figa. Marco raccolse l'invito prima appoggiandosi di più con il suo corpo, poi spostando la mano dal fianco lì. Elle era calda e bagnata attraverso il sottile pizzo delle mutande, che marco scostò per toccare meglio. Elle sospirò e lui smise di baciarla per guardarla a bocca aperta mentre lui le sfiorava appena le grandi labbra. Poi riprese a baciarla, smettendo di toccarla. Abbassò la zip tirò fuori il suo cazzo e smise di nuovo di baciarla: le appoggiò la punta del cazzo tra le grandi labbra e lo fece scivolare dentro di lei lentamente. La voleva vedere, voleva vedere il suo volto rimanere senza fiato a bocca aperta mentre il suo cazzo la penetrava per la prima volta in quel mezzo buio sotto il ponte, poi si ritrasse e rientrò lentamente: Elle ansimava.
"Questo è l'aperitivo" le disse prima di uscire da lei e richiudere la zip.
Elle ci mise un attimo per riprendersi, ma decise di non mettere a posto lo slip: lo tolse e se lo mise nella borsetta.

giovedì 6 aprile 2023

Una volta alla serata FKK...

 ..... Dovevamo incontrare una coppia conosciuta qualche mese prima sempre in una serata FKK ( che tradotto significa "tutti ignudi"), e ci siamo ritrovati con loro ed altro due coppie. Che magnifica sorpresa che è stata! Abbiamo iniziato a stuzzicarci secondo la metodica: "in do cojo cojo" al bar. A parte C, che è al momento dichiarata solo Etero e e J che è interessata solo alle donne, siamo tutti bi: chi bi-dichiarato chi bi-curioso, ma in pratica cazzo o figa non fa differenza. So che Sir si è divertito parecchio, ed io non mi sono fatta mancare nulla. In questo gruppo di 8 dopo esserci divertite io e J  da sole, mi sono ritrovata dapprima a cavalcare H, poi mentre lo spompinavo mi sono ritrovata scopata da A, e non paga lo smanettavo ad M. Al solo ricordo fremo e mi pulsa.  Tra poco più di una settimana ci ritroveremo in 6 su 8 di nuovo al club: non sto nella pelle all'idea di cosa potrebbe accadere.

domenica 12 febbraio 2023

Metti una domenica pomeriggio....

 .... fuori è tutto grigio, e sebbene non fa freddissimo sembra più freddo di quel che è tanto da far passare la voglia di fare qualsiasi cosa a parte spamparanzarsi sul divano. Sul divano i pensieri si seguono si rincorrono si creano e si dissolvono. Poi una fantasia, di quelle che potrebbero trasformarsi in realtà, e la condivido con Sir. 

E tutto cambia: 
I tempi di quel sesso stanco e pigro degli ultimi tempi, svanisce, divampa di nuovo la passione in un attimo, la consistenza degli abbracci dei baci dei respiri cambia ed è più piena. Saliamo di sopra, il mio corpo risponde bene e la cosa mi rende felice. Le tue mani mi rendono felice. 
E accade qualcosa di nuovo, di inaspettato.
Mi fai venire una volta, ti chiedo di non fermarti fino alla seconda e poi scopiamo, ma non sono sazia e c'è una terza.
Poi crollo esausta e soddisfatta. Mi baci e mi metti una coperta addosso.

sabato 28 gennaio 2023

Piccolo galateo della chat erotica (secondo me)

 Come scritto tra parentesi, si tratta solo della mia opinione non di regole generali di comportamento come il galateo di Monsignor della Casa o come la più recente netiquette. Si tratta di riflessioni che mi riguardano, ma che peccando di superbia, potrebbero venire utili con altre persone. Questo blog è molto più vicino alla maggior età di quanto non voglia pensarci e sebbene non mi sia dedicata ogni singolo minuto della mia vita alla vita erotica virtuale ho fatto le mie esperienze e credo di potermi permettere di condividerle.
Partiamo da cos'è una chat erotica: alla veloce un modo di interagire con qualcun'altro per procurarsi eccitamento sessuale. Di fatto sono fantasie ma hanno un punto particolare: interagisci con qualcun'altro, non sei da solo/a e questo va tenuto ben presente. Quando si partecipa a una chat erotica chi la inizia ha in genere una traccia in testa. È ovvio che la controparte non può saperla, ma legge ciò che viene scritto. Per me è molto importante e lo pretendo a mia volta che quando qualcuno inizia una sua fantasia vengano rispettati gli elementi presentati tipo se si è nudi o vestiti se si dorme o si è svegli e compagnia bella. Ciò dimostra attenzione verso la storia e verso chi la scrive e non di minor importanza dimostra rispetto per la creatività altrui. Nel passato mi è capitato di interagire con uomini che non si curavano affatto di ciò che scrivessi loro, ritrovandomi ad essere usata come una bambolina gonfiabile nella loro fantasia: sei vestita così, sei messa cosà. Non è una chat questa, perchè per me per la mia partecipazione non c'è spazio, questa è la fantasia che qualcun'altro si sta facendo su di me ma non con me. Se qualcuno vuole farsi una fantasia su di me è libero di farsela e anche di farmela leggere, ma che la chiami "la mia fantasia su di te" non "chat erotica": non è che perchè scritta su un messanger è automaticamente una chat. Ve la spiego in un altro modo: la partecipazione nella chat erotica è esattamente come una scopata deve esserci il coinvolgimento attivo ( sì uno può condurre il gioco più dell'altro) di entrambe le parti, altrimenti è a tutti gli effetti come masturbarsi con il corpo di un altro ed è avvilente per chi viene usato.

Contributi video ed audio. Fino ad ora ho trovato solo un chatter che ha saputo valorizzare la chat erotica con contributi audio da farmi venire i brividi di piacere e posso dire che quei contribuiti avevano tutti una cosa in comune: non erano i suoni di orgasmi. So bene che c'è chi apprezza foto di cazzi sgocciolanti, vocali di respiri affannati, et similia, ma a me non piacciono ( ne avevo già fatto un post a tal proposito), non li richiedo il che vuol dire che mi vengono mandati gratuitamente, e non mi piace farli. La controparte chatter spesso è una persona che non incontreremo mai di cui abbiamo costruito una nostra immagine a noi congeniale e perfetta: penso sia da evitare il mandare dettagli non richiesti e di gusto discutibile.

Il corpo altrui. Riallacciandomi a ciò che avete appena letto si parte da una idealizzazione della controparte che costruiamo come più ci aggrada e spesso seguendo standard, tipo se hai i capelli scuri hai i peli scuri. A parte il fatto che potremmo non avere una foto a disposizione della controparte per sapere di che colore (naturale o artificiale) ha i capelli si potrebbe incappare in errori grossolani, tipo "con due dita ti abbasso il prepuzio per godermi il tuo glande", già peccato che la controparte in questione è stato circonciso (per motivi medici o religiosi non ha alcuna importanza) e avete appena scritto una cazzata. Quindi i casi sono due: vi fermate nella narrazione della vostra parte della fantasia e chiedete dettagli (cappella sì cappella no e non dimenticatevi dei piercing) o state generici tipo "affondo le dita tra i peli della tua figa". Purtroppo anche il rimanere generico ha i suoi tranelli tipo passere completamente depilate o in rari casi alopecia (genetica o iatrogena e in questo caso siate molto molto sensibili).

Il vocabolario. un po' come i contributi audio e video anche il vocabolario ha una sua parte fondamentale. Un uso corretto dei termini anatomici aiuta nella descrizione di cosa state facendo. Il termine anatomico non è rozzo è scientifico e per questo può rimanere un po' freddino, ma non è nient'altro che la tela bianca su cui state dipingendo un eccitante quadro. Certo ci sono termini anatomici che fanno ridere come "sfintere" e che tolgono piacere alla penetrazione anale che state descrivendo. Parimenti il termine " buchino": guardate quello che producete nella tazza e poi fatemi sapere come quei cosi possano uscire da un buchino. O peggio "lato B". Ai termini anatomici si possono tranquillamente accompagnare termini comuni: ad esempio "figa" dà un idea del "complesso genitale femminile" velocemente e nella sua totalità con solo 4 lettere senza fare perdere ritmo narrativo (sì ci va anche quello in una chat erotica decente). Poi ci sono termini "no" che però sono legati sia a gusti personali che al momento /taglio narrativo. Porto 2 esempi che mi sono capitati. "Sborrare" e derivati: l'ho scritto ora per obbligo ma è un termine che odio lo trovo volgare oltre ogni immaginazione e riesce a farmi perdere eccitazione ed interesse in qualsiasi momento narrativo. Non ho bisogno di saperlo: l'intento è quello di portare all'estasi entrambi i partner di una chat erotica sia nella fantasia che nella realtà. Preferisco l'uso di "venire": nelle esperienze reali nessun uomo ha mai usato a letto con me uno dei derivati di sb-, ma " vengo" "sto per venire" e "sono venuto".
Il secondo esempio è "salsicciotto" ( A. come vedi ti penso, :* ). Allora salsicciotto a me ispira tenerezza come un cucciolo morbido e goffo. Come posso essere scopata da un salsicciotto allora? Se il taglio narrativo della chat è di tipo "trombata in salumeria" o "gli orgetti del cuore" allora salsicciotto ci stà, è una chat erotico-umoristica a cui si accompagna l'eccitamento con la risata, ma in altri casi è un po' come mettere il formaggio su un piatto di spaghetti allo scoglio. Mentre scrivevo mi è venuto un altro esempio in mente, "farfallina": ma con chi stai scopando con la principessa del regno degli unicorni asessuati sotto l'arcobaleno glitterato? Già che ci sono "patata" e "banana" suonano di " trombiamo dall'orgiolano". 

Come scritto all'inizio queste sono solo mie riflessioni: poi magari si trova una controparte a cui non importa un bel di niente se la/lo interrompete, si fa casino tra nudi e vestiti, e se al posto di un cazzo avete una banana o se vi state scopando un insetto. 

martedì 24 gennaio 2023

Eccitarsi

 Vorrei dire che è colpa dell'età, dell'ingresso in menopausa, ma non è propriamente così: ho sempre avuto difficoltà ad aver una bella Bernarda calda gonfia e bagnata, quell'eccitamento, che anche se non si può vedere attraverso i jeans come per gli uomini, ti fa sentire diversa. Per fin troppo tempo ho dato colpa a sir, che non sapeva come toccarmi accarezzarmi, goffo, distratto, e all'inizio troppo orgoglioso per capire che la realtà è tutt'altra cosa dai porno. Ma forse se non ottengo certi risultati il problema è nella mia testa. La mia fortuna è che nonostante la mia eccitazione sia scarsa, mi diverto ugualmente, ho le mie soddisfazioni ma c'è una grande differenza di qualità tra scopare non eccitate e scopare eccitate: la prima è bella talvolta wow, la seconda è BABOOM!

Ora un problema anatomico fisiologico non ce l'ho, esclusa l'età che avanza, e sir nei club con le altre donne è mister "oh Gott!!" Cosa che mi rende orgogliosa, quindi dov'è il problema? Stress? Un po' : odio il mese di gennaio in generale, senza metterci di mezzo ricordi non sempre piacevoli e paranoie, e la frustrazione sessuale è un circolo vizioso. Una volta i porno avevano effetto, ora li trovo noiosi ripetitivi, prevedibili. Le chat erotiche le amavo per l'effetto che mi davano, ma richiedono tempo e dedizione da entrambe le parti e ringrazio sal profondo del cuore tutti coloro con cui ci siamo toccati nel profondo. Lo scorso fine settimana siamo stati in un club e ne sono uscita delusa. Non mi eccito nemmeno lì: io non vedo semplicemente la gente scopare, vedo le persone come si muovono come mettono a nudo chi sono. Io mi trasformo, tolgo la pelle da agnello e rimango la leonessa che sono, ma non mi eccito. Di leonesse non ne trovo molte, ma un sacco di agnelline sacrificali portate a spasso da lupi tirati su a scatolette, e di leoni, a parte sir, ancora di meno.

So che sono ancora in grado di eccitarmi. Il racconto "the Dubliner"  biografico fino al dialogo sul pullman. Quel collega davvero mi eccitava e non era bello come il sole, era davvero un normale cinquantenne con capelli brizzolato, pancetta e camminata buffa, ma ho scelto di non rischiare una delusione e non l'ho invitato in camera una seconda volta. Questo è successo a novembre. La volta precedente è stato ad agosto. Ho costruito una sex room, un posto dove mi sento a mio agio dove mi piace già solo l'idea di essere amata e scopata. Ci sono andata a dormire, e mi è partita una fantasia semplice, come scopare in un bosco con una persona conosciuta e mi sono bagnata solo per quella fantasia, così semplice quasi adolescenziale. E allora se ne sono in grado perché non mi riesce? Desidero troppo che accada da non riuscire per questo motivo? 

lunedì 19 dicembre 2022

The Dubliner 3/3

 La cena fu meno lunga del previsto: dopo poco Isa mandò un secondo messaggio “ vado in camera, mi raggiungi? Lascio la porta accostata” la risposta fu immediata: “ sono da te tra 5 minuti". Jack sembrava non essere più disperso tra le nuvole ma ben centrato sul pezzo, o forse era centrato sul culo di Isa e sul suo desiderio di averlo sulla sua faccia. La porta si aprì e Jack trovò Isa solo in maglietta ed intimo: intrigante ma pratica. Si sedette sul letto: “ sai non avrei mai pensato di avere un'occasione del genere ad un incontro di lavoro” le disse accarezzandole le cosce. Jack sembrava combattere tra il voler saltarle addosso ed un contenersi da perfetto “english gentleman”. Così girò sull’altro lato del letto e le si sdraiò accanto vestito: c'era qualcosa di adolescenziale in tutto ciò e le piaceva. Iniziò ad accarezzarla vestita: era un eternità che non le accadeva ed era eccitante. Isa seguì lo stesso schema: vestita senza essere diretta. Jack le si mise sopra ed iniziò a baciarla senza foga ma con delicatezza mentre si strusciava su di lei ritmicamente: era così adolescenziale! Aveva un qualcosa di romantico ed intrigante come se fosse la scoperta di qualcosa di nuovo di una prima volta e la cosa fece eccitare Isa  ancora di più quanto già non lo fosse, bagnando decisamente le mutande. Jack approfittò dell'assenza dei pantaloni di Isa per scostarle appena l'intimo e sfiorarle le grandi labbra gonfie e bagnate. Isa sospirò ma le mani di Jack non si fecero più audaci, anzi si spostarono a sollevare la maglietta per baciarle il ventre e salire alle tette. Le sfilò un seno dal reggiseno e cominciò a massaggiarglielo e poi a succhiarle il capezzolo, mentre continuava a strusciarsi su di lei.  


Quella danza erotica necessitava di un salto di qualità: Isa allontanò Jack per potersi togliere la maglietta rimanendo in intimo. Mettendosi in mostra in reggiseno e  culotte di pizzo  si allungò per prendere e mostrare i preservativi.  "Te l'avevo detto che non sono una brava ragazza" disse mentre Jack la guardava con attenzione e meraviglia. "Oh non l'ho messo in dubbio” le disse togliendosi i pantaloni e la camicia “Sai nemmeno io sono un bravo ragazzo" aggiunse  prendendo dai pantaloni la stessa identica cosa che Isa gli stava mostrando. Jack non era affatto un bravo ragazzo: mentre estraeva i suoi preservativi i boxer si spostarono quel tanto da lasciarle intravedere…. "Oh un cockring! Tu davvero non sei un bravo ragazzo!" 

"Te l'avevo detto."

Isa si lasciò baciare, mentre Jack scostato di nuovo l'intimo le accarezzava delicatamente le grandi labbra dall'interno. Il tocco era delicato e scivolava sulle grandi labbra gonfie e bagnate. Isa ansimava e sussultava quando Jack smise di baciarla spostandole nuovamente il reggiseno per giocare con il capezzolo. Era leggero su di lei tanto da permetterle di girarsi quel poco che le bastasse per slacciare il reggiseno e toglierselo: voleva sentire la sua pelle. Jack da perfetto "cattivo ragazzo" non solo aveva un cockring ma era completamente depilato: scapigliato fuori ma ordinato sotto i vestiti. Le prese entrambi i seni baciandoli a turno. Isa lo avvolgeva con le gambe, premendo il più possibile la figa sul suo corpo mentre con le mani faceva una leggera pressione per farlo scendere verso il ventre. Jack questa volta capì e scese lentamente un bacio dopo l’altro verso il ventre e poi più in giù vedendosi costretto ad abbassare un centimetro alla volta quella culotte in pizzo e a togliergliele. La lentezza e l'attenzione meticolosa di Jack facevano impazzire di desiderio Isa: odiava gli uomini frettolosi, le davano sempre l'impressione di essere semplicemente egoisti intenti a perseguire il loro piacere cercando di mantenere una parvenza di interesse per la controparte. Jack no, Jack faceva le cose con calma e lentamente. ci mise un bacio alla volta, morbido sensuale lungo quanto un respiro a scendere dal seno al clitoride. Chi era quel francese che disse “ l’attesa del piacere è essa stessa piacere”? beh aveva assolutamente ragione: mentre Isa aspettava un bacio dopo l'altro che Jack raggiungesse il clitoride il suo piacere , la sua eccitazione, aumentarono. Jack dapprima baciò lentamente e a lungo le grandi labbra di isa, prima l’una poi l’altra. poi le scostò quel tanto che bastasse per scoprire il clitorire decisamente gonfio: lo baciò con la stessa reverenza riservata alle grandi labbra, poi lo strinse tra le labbra e riaprendole gli diede una leccata. Isa in quell’istante inarcò la schiena sospirò a lungo e affondò le mani nel capelli di Jack che erano soffici e ondulati come piacevano a lei. Soffice era anche la lingua di jack sul suo clitoride: quello che arrivava era il brivido non la pressione. Isa avrebbe voluto premergli la faccia sulla figa, avrebbe voluto di più, ma contemporaneamente temeva che una maggior pressione avrebbe rotto quella che sembrava un vero incantesimo sul suo clitoride. Si fece scivolare sotto la sua bocca per rendersi più disponibile e jack colse di nuovo l'invito. Era un susseguirsi di brivido e piacere: jack non lasciò inesplorato dalla sua lingua nemmeno un millimetro quadrato dele grandi labbra e dei corpi cavernosi del clitoride di Isa. Isa avrebbe voluto dare sfogo al suo piacere ma l'albergo in quanto storico era protetto dalle belle arti e per questo le pareti non erano abbastanza insonorizzate. Si mise un cuscino sulla faccia per attenuare gli ansimi ma jack aveva cambiato ritmo adattandosi al suo desiderio crescente e da lì a breve Isa sarebbe venuta. Jack era passato da un ritmo lento a più lento: il piacere di Isa ad ogni colpo di lingua raggiungeva livelli sempre più alti. La maggior parte degli uomini in genere accelerava. Jack no: la sua strategia era diversa e di efficacia superiore: la sua lentezza anziché rompere il piacere di Isa come invece capitava con l'aumentare della velocità lo faceva salire di un gradino alla volta. Isa voleva sia venire che non smettere mai. Arrivò al punto di non ritorno: Jack non cambiò di una virgola quello che stava facendo. Isa esplose: strinse le gambe attorno alla testa di jack come per farlo entrare tutto dentro di lei. Jack ansimava come se stesse venendo pure lui. Poi isa lasciò la presa e jack si staccò dalla sua figa. "Oh ma come sei bella rossa in faccia" le disse amorevolmente accarezzandole la testa. Jack le si sdraiò accanto mentre Isa si godeva la quiete dopo quell'orgasmo devastante. "Dammi un minuto e poi penso a te" disse. "Oh no non c'è n'è bisogno: a me piace far godere le donne, mi appaga di più. E poi ho avuto quello che volevo poter avere il tuo culo tra le mie mani e le mie labbra sulle tue. Seguirono momenti di chiacchiere e risate, poi jack la salutò poiché doveva ancora preparare le sue borse avendo il transfer per l'aeroporto molto presto. L'indomani mattina Isa incontró la sua collega Martina a colazione. Martina non perse tempo e prima ancora che Isa appoggiasse il caffé sul tavolo le chiese "senti dimmi un po' che cosa è successo in camera tua ieri notte?"

sabato 17 dicembre 2022

The Dubliner 2/3

 L'indomani Isa era totalmente indecisa: mollare del tutto il colpo ed ignorarlo o aspettare il momento giusto e spiegargli cosa non avesse capito? Isa decise che era meglio lasciare perdere ed ignorarlo del tutto. Passò la giornata di corso ed arrivò la serata di svago, Isa pensava di dirigere le sue attenzioni su qualcun altro, ma davvero troppa fatica andare in caccia, per poi magari un altro niente di fatto. Nonostante la decisione presa, Isa non riusciva a tenere gli occhi lontani da Jack quando lui non poteva vederla. Se di fronte mostrava una ornamentale pancia da pub, dietro mostrava due spalle che lasciavano pensare ad un passato se non atletico quantomeno sportivo: peccato per quei pantaloni un po' abbondanti che non lasciavano vedere il culo. quelle spalle avevano un qual perché. Anche i capelli ondulati sale e pepe che le piacevano parecchio. Peccato non avesse colto l’invito. A Jack il fatto di essere ignorato da Isa non sfuggì. L'indomani Jack si sedette accanto ad Isa mentre il pullman li portava in visita alla loro filiale di zona, con un ben determinato intento chiederle se per caso l' avesse offesa in qualche modo. Isa dovette decidere in un momento se inventarsi qualcosa 

o spiegare l'accaduto ed eventualmente dover accettare il rischio di riprovarci. Scelse quest'ultima.

"Jack,dimmi, secondo te cosa significa se una donna ti invita e ti lascia entrare nella sua camera d'albergo?" 

"Beh significa che è molto gentile, che si sente sicura con quella persona" 

"emh, no."

"No?"

"No significa che desidera passare la notte con te"

A questa affermazione seguì quel non quantificabile lungo silenzio di imbarazzo rotto da una serie di "oh aw ow" ancor più imbarazzati del silenzio stesso. Poi Jack fece cadere la sua maschera da gentiluomo facendo un passo deciso per riprendere la direzione abbandonata. "Ti interessa ancora passare la notte con me?"  Isa si riservò il diritto di dire prendere tempo: " non lo so, ci devo pensare". E ci pensò fino al giorno dopo, quando decise di stuzzicarlo un po'. Jack era un buontempone che chiacchierava con tutti e tutte, ma con nessuna si era permesso la confidenza di passare un braccio attorno alla vita come aveva fatto con lei fin dall’inizio. Stava chiacchierando con la collega svedese quando Isa gli scrisse un messaggio: "flirti con la collega svedese?" Jack si sentì punzecchiato e decise di abbandonare del tutto le buone maniere "English" ed essere diretto: "preferisco le donne con forme come le tue" e per rimarcare l’interesse aggiunse che erano 3 giorni che pensava al suo culo e che lo avrebbe voluto avere sulla sua faccia. Per Isa quello era un bel complimento. Passò la pausa pranzo ed  Isa finalmente si decise. "fatti una doccia: ti aspetto da me dopo cena" al solo pensiero iniziò a bagnarsi.