giovedì 9 agosto 2012

cinquanta sfumature di bianco

Volevo acquistare come letture estive le 150 sfumature, ma sento da più parti che non sono poi tutta sta gran cosa, anzi, pare pure che siano ridicoli e che in internet, tra bloggers erotici girino cose 150 volte meglio.
Così pensavo che potrei mettermici anch'io, sebbene il blog appaia abbandonato (ci penso, solo che mi manca il tempo), e scrivere un libro: ora visto che rosso, grigio e nero come colori sono già stati accaparrati, io mi prendo il bianco.
Ho detto  IL bianco non IN bianco, sebbene da queste parti il "bianco" sia il colore degli affari di-lettevoli effettivi.
Comunque mi accaparro il bianco e mi concentro solo su una pratica, quella che più di tutte ha a che fare con questo colore: il pompino.
Sacra arte della fellatio che se ben fatta e gestita dona gioia anche a chi la pratica!
Io adoro fare pompini a Sir: innanzitutto perché è una pratica relativamente veloce che si incastra piuttosto bene con i nuovi ritmi, e poi perché ho un controllo pressoché assoluto della situazione che mi permette di modulare a mio piacimento, e non solo mio, i gemiti e gli ansimi di Sir, fino a costringerlo a mettersi un cuscino sulla faccia per non fare troppo rumore rischiando di svegliare i frutti del peccato.
Nella mia personalissima storia sessuale il pompino ha dovuto lottare contro pregiudizi e falsi miti per essere giudicato come pratica sessuale divertente ed accettabile. Il primo dei falsi miti? "Farsi fare un pompino è un segno di sottomissione della donna" COSA?!?!?!!? Idiozie da bar, niente di più, ma in una società dove l'educazione sessuale si ferma a "usa il profilattico per non rimanere incinta né contrarre malattie veneree" non si può ottenere molto di più. Però affrontale, sfidale e sconfiggile.
Così una bella sera attorno ai vent'anni ho affrontato la questione. Fresco di doccia, il moroso di allora, venne preso, sdraiato sul tappeto e spompinato. Un pisello piccolo non eccessivamente ingombrante in bocca, e delizioso al contatto caldo di doccia, e completamente insapore, fattore che in quel momento mi fece solo felice.
Non lo conclusi il pompino, mi fermai parecchio prima.
Da lì in poi solo un mondo di scoperte: l'uso delle labbra, della lingua, anche dei denti, il sapore delle prime gocce, dell'eiaculazione, la condivisione della stessa, l'ingoio, il mio sapore, quelli mischiati... insomma un mondo a portata di bocca.
Lo sperma poi varia di sapore a seconda dell'umore. Questo l'ho scoperto con sir: quando è nervoso o arrabbiato tende ad aver accenti amari, talvolta veramente cattivi da tanto che lo sono ( in genere quando è molto molto teso), mentre se è felice...non c'è nulla di così deliziosamente dolce.
Ma la parte che preferisco sono le prime gocce, salmastre, calde, non troppo dense: si distribuiscono sul palato e sul glande in modo armonioso. Il massimo, ma non sempre ci si riesce, è il mio sapore limonoso con le prime gocce: un effetto tequila limone e sale, ma senza la tequila.