Elle abbandonò tutti quei suoi schemi mentali tra le braccia di uno sconosciuto che le dava profondamente l'idea di sapere esattamente cosa dovesse fare. In breve si trovò avvolta da un braccio, la sua bocca coinvolta in un bacio lento e delicato e le grandi labbra dischiuse con uno strano movimento a tre dita. "Abbandonarsi" questa era l'unica cosa che si era prefissa. Abbandonarsi e godere del momento, nella prospettiva che fosse unico, irripetibile. E ci riuscì. Lei e la sua mania del controllo che aveva comunque contribuito per lungo tempo a guastarle la vita sessuale. Tra le braccia di Paul si sentiva finalmente preda, oggetto del desiderio, in un modo forse un po' d'altri tempi secondo uno schema "donna-preda uomo-predatore" che però desiderava. Le mani di Paul si muovevano sul corpo di Elle senza esitazioni, prima accarezzandole un seno poi strizzandole una chiappa, lasciando il tempo e lo spazio affinché la bocca potesse succhiarle i capezzoli o la lingua soffermarsi sul clitoride stimolando e assecondando il respiro mutevole e i gemiti che con una rumorosa come Elle non tardavano mai a comparire e spesso traevano in inganno il partner. Ma Elle non era certo una di quelle che sta solo ferma e si lascia solo fare. La sua mano scivolò tra i due corpi raggiungendo il cazzo che non lasciava dubbi nel suo stato a spiegare quanto Paul desiderasse Elle. Un cazzo davvero notevole: così largo non ricordava di averne mai visti nemmeno in uno dei club per scambisti che usava frequentare col marito. E desiderava averlo dentro di sé ; forse si sarebbe sentita riempita: 2 parti lasciano il segno. Incominciò ad accarezzarlo con movimenti calcolati nonostante il lavoro di mano che Paul le stava dedicando la distraeva parecchio. La curiosità di Elle di vederlo era parecchia e nonostante fosse acrobatico muoversi su quel letto microscopico Elle riuscì a far sdraiare Paul di schiena e a mettersi tra le sue gambe.
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