A volte serve proprio una serata diversa dal solito per ritrovare la complicità. Per ritrovarsi complici di scorribande.
La luce è poca, quel tanto che basta per distinguere sagome e contorni, non miei non tuoi: per noi c'è solo il contatto del mio corpo contro il tuo, della tua pelle contro la mia. Un contatto serrato, ma ancora abbastanza lasso da farci muovere, prendendo l'iniziativa assecondando i movimenti. I tuoi, perchè la danza la guidi tu, e la mia fiducia è più forte di prima, da quando hai insegnato anche a me a condurla. Anzi mi ha reso più complice: non più seguo passivamente i tuoi gesti, ora li aniticipo, ora li divido con te. Ma a volte mi prendi alla sprovvista cambiando repentinamente il ritmo stop marcati o brusche accelerate che mi lasciano senza fiato, quasi fino a farmi perdere le staffe. E' un gioco di pressioni: la mia gamba sulla tua a volte forte a volte abbandonata, le mie mani su di te a trattenermi per non perdere il contatto. Una lenta danza dondolante, i miei seni premuti contro di te fino a non sentirli, ne io ne tu, e il tuo giocattolo preferito che vibra a contatto con la mia patata, donandomi emozioni conosciute e perse nel tempo. E' bellissimo, lungo ed estenuante: un piacere continuo che culmina in un ritmo pacato, ad augurare la buonanotte al mondo. Ed io sfatta e soddisfatta mi avvio barcollando verso la notte.
E se vi dicessi che non ho parlato di un amplesso? Chi vuole indovinare di cosa si tratta? chi indovina vince un premio, ma non so ancora cosa.
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