sabato 30 aprile 2011
Scent of Woman
La prima foto che pubblico è un omaggio ad una storia, ad un attore, e ad un "dettaglio animale" si notevole pregio: il profumo naturale.
Sir: "Mi piace il profumo della tua pelle"
Lady: " Di che cosa so? Peonie?"
Sir: "No, non parlo del bagnoschiuma, ma del profumo della tua pelle: quello che si sente anche sotto al bagnoschiuma"
Lady:"Ah. Allora di cosa so?"
Sir: "Non te lo so dire"
Lady: " Beh dimmi cosa ti fa ricordare"
Sir: "Mi ricorda il profumo della campagna"
Lady: " Come quella dove siamo stait oggi?"
Sir: "Sì"
Lady: " All'alba umida di rugiada, o in pieno sole del pomeriggio?"
Sir: "Di campagna al tramonto, al'linizio di un temporale, quando l'acqua fa salire l'odore di terra bagnata."
giovedì 28 aprile 2011
dormiveglia
Dormo, ti sento vicina a me, il tepore della tua pelle s’irradia. Sfioro i tuoi glutei coperti da un velo di seta. Fa caldo, scosto le lenzuola. C’è solo la minima luce del lampione attraverso le feritoie della persiana. Hai addosso qualcosa di scuro che contrasta con la tua pelle chiara. Risalgo lungo il fianco, accarezzandoti, fino all’attaccatura del seno. Un giro molto largo a sfiorarlo tutt’intorno, ti fa emettere un flebile gemito. La mano si chiude sul seno, dapprima delicatamente e poi più forte. Indietreggi tra le lenzuola, avvicinandoti a me. La mano riprende lenta la risalita verso la spalla, niente più seta, solo pelle nuda. Le dita sfiorano il tuo collo, l’orecchio, la guancia e infine le labbra. E poi rimane solo il cuscino...
dolce e ingannevole momento il dormiveglia.
martedì 26 aprile 2011
Della Doccia
ora faccio una confessione da Donna Vera, non da immagine che il lettore si può creare di me attraverso ciò che scrivo.
A meno che non faccia molto caldo e si faccia una doccia fresca a me di fare la doccia in due non m'importa proprio anzi mi sta proprio sulle palle! E anche se fa caldo potrebbe facilmente darmi sui nervi.
Inanzitutto ognuno ama fare la doccia a modo suo: ad esempio a me piace con l'acqua caldissima a lasciarmi la pelle arrossata, il bagno pieno di vapore e il getto " tradizionale"; ad Atuin's Sir piace un po' più fredda della mia e con un getto mollaccione, che quando cade sul piatto della doccia fa un tonfo sordo e goffo. In pratica due docce se non diametralmente opposte direi quanto meno incompatibili. Aggiungiamoci che al di là delle dimensioni del piatto doccia (e alcune docce sono davvero claustrofobiche) nel momento in cui uno si lava l'altro rimane con le chiappe all'aria e non è per niente bello: a me di prendere freddo mentre sarei dietro a fare un gioco eccitante m smonta l'ormone e se il freddo si protrae mi fa pure incazzare.
Se invece fa caldo mi scoccia rimanere con quella sensazione di "pelle che tira" perchè sei senza getto dell'acqua e ti stai asciugando all'aria.
Quando decade l'eccitamento e peggio ancora inizia a subentrare il nervo, l'insaponarsi a vicenda è il colpo di grazia: quando ci si insapona (peggio quando ci si lava pure i capelli) non si può fare a meno di schizzare la controparte, e il nervo sale. Peggio ancora quando ti dice: " ti insapono io!" o cerca di fare tutto per ri-eccitarti ma il momeot è passato e accresce così il nervo, oppure cerca di lavarti ma non ha mai fatto il bagno alle bambole curanod ogni minima piega e viene una schifezza, tanot che tocca rilavarti da te anche per rilassarti.
Quindi la doccia PER ME è un piacere solitario, che può anche essere erotico, ma solitario nel mio egoismo di volere il getto d'acqua solo per me.
domenica 24 aprile 2011
buona Pasqua
1Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
2I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
3Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
4Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
5I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
6Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell'incenso.
7Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.
8Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell'Amana,
dalla cima del Senìr e dell'Èrmon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
9Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
10Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
11Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
12Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
13I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
14nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d'alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.
15Fontana che irrora i giardini,
pozzo d'acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.
16Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
Quarto Cantico dei Cantici, Antico Testamento.
giovedì 21 aprile 2011
un gioco nuovo
Ritornare a scrivere su questo blog, mi ha portato anche ad andare a leggere altri blog affini per tema.
In uno di questi, mi perdonerà il proprietario, ma non ricordo più quale, ho letto di un giochino erotico fatto in pubblico, eccitandomi tantissimo. La coppia in questione, fortissimamente complici, si ritrovano ad una cena e lui propone a lei uno " stimolatore meccanico" inusuale, e lei acconsente.
Qualcosa di piccolo di invisibile da nascondere dentro di sè, da cui farsi "profondamente accarezzare" ottenendo piacere ad ogni minimo movimento, fosse anche quello di spostarsi sulla sedia.
Questo gioco, anche senza complicità e situazione intrigante lo DEVO provare anch'io, DEVO sapere cosa si prova.
Detto, Fatto.
Sono ricorsa ad uno dei miei giocattoli, uno che per la verità il suo lavoro di vibratore non può più farlo perchè si è guastato, ma ha mantenuto il suo status di giocattolo, perchè "non si può mai sapere".
L'ho preso, una piccola carezza di saluto alla mia patata, e l'ho lasciato scivolare dentro di me. Dopo di che mi sono rivestita e, mi sono messa a trafficare come al mio solito.
Sulle prime era dififcile da gestire: non voleva rimanere a posto, scappava fuori era fastidioso, e benchè fasitdioso, ogni fastidio era anche un piccolo brivido di piacere.
Poi si accomoda per bene in me e il fastidio lascia posto solo a piccoli intensi brividi dati dallo sfregamento umidissimo delle mie pareti sulla suprficie di questo ex vibratore lungo una decina di centimetri e largo non più di 2 di diametro. Ogni minimo spostamento un piccolo intenso piacere.
Credo di averlo tenuto per 2 ore. due ore di piccoli piaceri continui, ma questi piaceri continui hanno delle controindicazioni. Sono intensi e eccitanti, se vissuti in un contesto rilassato. Se invece il contesto non lo è, ed anzi tende ad essere, anche di poco, frenetico, l'eccitazione da piacevole diventa un amplificatore di nervosismo.
martedì 19 aprile 2011
dimenticarsi
Si ricordano sensazioni magnifiche, ma ci si è magari dimenticati come ricrearle, finchè abbandonando i pudori del chiedere (già perchè tutti ci si vergogna a chiedere, indipendentemente dall'argomento!) ci si confida con uno sconosciuto come V.I. e ci si fa ri-spiegare cose che già si sanno, ci si fa rinfrescare la memoria.
Perchè il culo è come il ponte levatoio di un castello: lo puoi buttare giù con una testa d'ariete, ma potrebbe non essere affatto piacevole, oppure può essere lentamente aperto schiudendosi a gioie di cui ne è rimasto solo il ricordo di tempi passati.
Così l'altra sera ho riscoperto su me stessa il piacere del massaggio perianale, fatto di carezze e piccole pressioni annegate tra umori e gel ( a me piace molto il gel con quel piccolo brivido di freddo che dà appena applicato) che hanno stimolato il rilassamento dello sfintere, permettendo una penetrazione lenta e graduale prima di un dito, poi di un altro, poi di entrambi e infine del pene, rilassato post-eiaculazione, che, passato il gradino iniziale dello sfintere, è scivolato dentro liscio lisco come avvolto in una guaina di seta, ed è stato magnifico, perchè altre parole adatte non ce ne sono. Una magnifica penetrazione a ritmo sempre più incalzante: solo a pensarci mi viene da stramazzare al suolo per il piacere che mi ha dato.
E penso a quel tizio che vuole tanto il culo di sua moglie, e che per come mi ha scritto, mi fa immaginare d'essere uno dalla tecnica " testa d'ariete". Mi auguro che riesca a massaggiarglielo un po' oggi un po' domani e che magari in capo a mesi di duro lavoro, senza scordarsi mai di massaggiare ben bagnato e a lungo prima riesca a guadagnare il "suo" trofeo, quando in realtà il premio non è suo. Se proprio proprio vuole avere lui un "trofeo anale" allora potrebbe esercitarsi bene bene a lungo con il suo di buco e scoprire come si allenta e si rende pronto ad accogliere un dito per essere penetrato.
La volgarità plebea vuole che il culo debba essere rotto, ma così non è. Il culo va allisciato per concedere le sue grazie.
domenica 17 aprile 2011
L'intrigante di un indovinello
Alcuni hanno indovinato, e a loro va un regalo personalizzato. Curiosi? No no, non dirò mai cosa ho regalato a chi.
Ho apprezzato molto le vostre risposte: chi ci ha visto ballare un tango, chi latino amiericano, chi molto poeticamente e romanticamente, ha visto la sublimazione dell'amore come due corpi un unica anima.
Ho parafrasato una gita in moto, e credetemi oltre ad essermi divertita nella gita in sè mi sono divertita tantissimo anche a parafrasarla per prendervi tutti per il naso, quello tra la bocca e gli occhi, non quello più in basso.
venerdì 15 aprile 2011
Elogio alla Sodomia 2
Vorrei addormentarmi così. Posso?
giovedì 14 aprile 2011
Riflessioni
va bene sono un po' pallosetta, ma sono una donna e sarebbe troppo finto se parlassi solo in stato di estatica grazia pre-,durante e post-coitale, anche se devo ammettere che "durante" non l'ho ancora fatto ed idealmente credo possa essere un po' difficilotto.
Riflettevo sul post Blog's Backstage, sul come ci sono arrivata. Chi mi contatta li divido in tre categorie:
Uomini che scrivono blog erotici (pubblici o privati)
Uomini che hanno blog generici o non hanno affatto loro blog
Donne che scrivono blog erotici
A parte l'ultimo gruppo con cui nasce subito una sorta di sorellanza tra bloggers erotiche, gli uomini che tendono a credere di poter fare quello che gli aggrada sono tendenzialmente tutti appartenenti alla seconda categoria: chi scirve di sesso, non ti manca di rispetto. Magari ti fa una proposta di sesso reale, ma una volta declinato l'invito educatamente va per altri lidi, o decide di non ritornare sull'argomento.
Dico "tendenzialmente" perchè le eccezioni esistono sempre, e non trovo corretto classificare a tagli netti.
C'è sempre ampio margine sia per conferme che per smentite. Però questa coinidenza mi ha incuriosito parecchio e fatto riflettere: non è che gli uomini che parlano di sesso hanno, per caso, una marcia in più?
domenica 10 aprile 2011
In Due
A volte serve proprio una serata diversa dal solito per ritrovare la complicità. Per ritrovarsi complici di scorribande.
La luce è poca, quel tanto che basta per distinguere sagome e contorni, non miei non tuoi: per noi c'è solo il contatto del mio corpo contro il tuo, della tua pelle contro la mia. Un contatto serrato, ma ancora abbastanza lasso da farci muovere, prendendo l'iniziativa assecondando i movimenti. I tuoi, perchè la danza la guidi tu, e la mia fiducia è più forte di prima, da quando hai insegnato anche a me a condurla. Anzi mi ha reso più complice: non più seguo passivamente i tuoi gesti, ora li aniticipo, ora li divido con te. Ma a volte mi prendi alla sprovvista cambiando repentinamente il ritmo stop marcati o brusche accelerate che mi lasciano senza fiato, quasi fino a farmi perdere le staffe. E' un gioco di pressioni: la mia gamba sulla tua a volte forte a volte abbandonata, le mie mani su di te a trattenermi per non perdere il contatto. Una lenta danza dondolante, i miei seni premuti contro di te fino a non sentirli, ne io ne tu, e il tuo giocattolo preferito che vibra a contatto con la mia patata, donandomi emozioni conosciute e perse nel tempo. E' bellissimo, lungo ed estenuante: un piacere continuo che culmina in un ritmo pacato, ad augurare la buonanotte al mondo. Ed io sfatta e soddisfatta mi avvio barcollando verso la notte.
E se vi dicessi che non ho parlato di un amplesso? Chi vuole indovinare di cosa si tratta? chi indovina vince un premio, ma non so ancora cosa.
sabato 9 aprile 2011
Amarcord
E' del 1995 ispirato da colui, che all'epoca non avrei immaginato, dividere con me, oltre a questo blog, la vita.
Mi sentii pervasa da una forte sensazione di calore, come da ormai molto tempo non mi capitava più. Solo una sua mano, scivolata lentamente dietro, sulla nuca, mi era bastata per farmi rivivere qualcosa di passato e di stupefacentemente bello. Chiusi gli occhi e mi abbandonai con un’ attenta e fremente dolcezza, assaporando la carezza di quella mano sinuosa ed attendendo ciò che mi riservava l’immediato futuro. Un raffinato tocco di polpastrelli, un delicato massaggio intento ad illanguidirmi; poi una delicata ed insistente pressione che m’indusse ad assecondare la mano; le labbra dischiuse come una rosa appena sbocciata, bramavano spasmodicamente un bacio. Eccole accontentate piccole seduttrici carnose. Miele ed ambrosia vennero versati in quel bacio: come un fluido caldo la sensazione mi pervase tutto il corpo. Nulla poteva indurmi a resistere; seguii spasmodicamente i delicati giochi di labbra, mi abbandonai sempre di più alle insistenti pressioni della rossa seduttrice che disegnava il contorno della purpurea bocca dischiusa e smaniosa come nemmeno Leonardo avrebbe potuto fare; forse egli stesso per disegnare quelle della gioconda fece lo stesso. Poi fuggiva dalle labbra, e l’attesa del piacere diveniva essa stessa piacere. Gli piaceva vedermi inseguire la sua saporita bocca pur di prolungare quel piacere. Uno sguardo, fu tutto quello che avemmo tempo di dirci. E fu tutto. Quella stessa mano che da sola aveva iniziato a sconvolgermi , allontanò la mia testa reclinandola all’indietro e scivolò seguendo l’armonia del collo per soffermarsi sulle spalle che lo scollo lasciavano audacemente scoperte; le due piccole fiamme rosse di passione avevano preso a scendere dalla rosa sbocciata al mento e poi al collo. Le mie mani iniziarono a sentire il suo corpo caldo e deciso come se fosse stato scolpito dal Michelagnolo e le mie difese erano ormai dipartite. Fu un’attimo e mi ritrovai tra le sue braccia mollemente abbandonata ,gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro. I capelli sciolti sembravano ai riflessi della tenue luce delle candele un’impetuosa ed inarrestabile cascata di fuoco. Mi coricò sul letto vestito di morbide lenzuola di seta delicatamente profumate di fiori di campo, poi mi accarezzò il volto ed i capelli e disse: “ lascia fare a me , ti prego”. Chiusi gli occhi di nuovo. Ora Ero completamente arresa alle sue mani ; distese le mie braccia all’indietro oltre la testa e ricominciò a baciarmi dovunque ci fosse una zona di pelle scoperta ma non sulle labbra. Quei baci erano morsi di labbra; si dischiudevano come se stesse assaporando il più morbido dei gelati per poi richiudersi trascinandosi mollemente e trasportando con se la mia pelle. Non mi resi conto che il mio desiderio di assaporare quei baci sul resto del corpo era continuamente soddisfatto. Riuscii a mala pena a capacitarmi che oltre ad aver abbandonato le mie difese avevo anche abbandonato i miei vestiti. Non aprii gli occhi ;con la mano cercai il suo corpo , il suo petto. Lo trovai, giunsi al collo e come se fossi stata in preda di un attacco di follia lo accarezzai a mia volta senza nascondere il mio fremere il mio desiderio la mia brama. Non ci volle molto per ritrovarsi comodamente svestiti sulle lenzuola di seta. Ora ero solo all’inizio di uno stato estatico in cui i desideri si confondevano con la realtà e i copri s’intrecciavano in un nodo unico nel suo genere. Non esistevano più barriere per le mani ne per i corpi ; sentivo i suoi muscoli contrarsi e rilassarsi , mentre le sue mani esploravano il mio corpo senza alcun ritegno. Scivolarono palmo e dita come un pennello dal collo sul petto soffermandosi a contemplare i candidi seni completati da teneri capezzoli rosa ; la mano seguiva il contorno di questi come a volerli modellare ,come a volerne imparare la forma ; e la rossa pellegrina di desiderio non poté fare a meno di esprimere il suo stupore al timido capezzolo. Poi la mano continuò nella sua missione, e giunse alla fine della corsa. Non le fu difficile aprire un varco dove già le stesse difese cedevano e tendevano ad aprirsi da sole, alle profonde carezze venne fatto largo ai pionieri del piacere che si profusero in baci assaporando della mia dolce languidità . Avrei capitolato di lì a poco, e l’attesa non fu lunga : La breccia ormai era stata aperta e il mio conquistatore del piacere aveva fatto il suo ingresso in me. Più di prima non mi rimase altro da fare che abbandonarmi alle richieste del mio conquistatore. Come edera avvinghiai le mie gambe alle sue e decisi di seguire il dolce movimento dell’onda del mare sulla battigia. Fui battigia e fu onda di mare calmo e di mare in burrasca : assaporavo e divenni onda impetuosa il mare ero io. Mi accolse nella mia buriana e attese la quiete dopo la tempesta per ritornare ad essere il mare e farmi assaporare la sua calda tempesta che si profondeva dentro di me.
venerdì 8 aprile 2011
Blog's Backstages
Aver bloccato la possibilità di lasciare commenti e aver, così, costretto i lettori a scrivermi in privato è stata una scelta graduale e che, si sta rivelando ogni giorno che passa, foriera di incontri a volte piacevoli a volte incomprensibili.
Ogni post attira persone diverse che desiderano dirmi qualcosa.
C'è chi mi confida che vorrebbe tanto praticare la sodomia con la sua compagna, ma non gliela concede; chi la ama e teme per questo di esser preso per omosessuale (e qui non capiterà mai); chi mi contatta per chiedermi di fare sesso dal vivo (mah ci penso un po' su, ok?); chi mi dice che il mio blog gli piace per come scrivo; chi mi scrive chiedendomi se può mandarmi degli scritti da leggere, che leggo e che recensisco senza falsa mielosità; c'è chi mi scrive poesie erotiche di una delicatezza sublime. Questo per citare alcuni degli incontri deliziosi che ho.
C'è anche chi, con eleganza e signorilità, ha scritto in un solo messaggio, che il mio blog non gli piace lo trova scontato. Ben venga: non si può piacere a tutti.
Poi ci sono gli altri.
Ci sono quelli che mi contattano tirandomi pistolotti polemici su ciò che scrivo, sul perchè lo scrivo, e così e cosà, e bla bla bla; quelli che pretendono una mail di risposta dove non c'è bisogno; ci sono quelli che vogliono sapere tutto di me (se non c'è scritto nulla nel profilo avrò i miei motivi e un po' di buonsenso ed educazione basterebbero per capire che certe domande si possono evitare); ci sono quelli che credono chissà cosa di me e si permettono di tutto, come se fossero amici o parenti con cui si ha grande confidenza.
Questi soggetti quando vengono allontanati, talvolta anche a male parole (se sei duro di comprendonio non ci posso fare molto!) non perdono l'occasione di disprezzarmi: divento automaticamente una ignorante, una banale, una che non accetta critiche, ed altre cose "gentili". Mai una volta che passi loro per la mente il vago sospetto di essere fuori luogo, di aver frainteso una parte di un post (magari se il target è tra i 15 e i 20 anni di certo non mi riferisco ad un quarantenne!), di aver scambiato il mio "sei il benvenuto" per un "puoi dirmi tutto quello che ti pare perchè sono uno zerbino".
Sebbene sospetto che dietro al comportamento di queste persone, ci sia una sorta di disagio personale, che non sta a me ne indagare ne risolvere, credo ci sia da fare una doverosa puntualizzazione.
Io sono e rimango una persona, e come tale ho una mia dignità: non è che, poichè mi piace scrivere di sesso, la mia dignità non esista o possa essere calpestata da chicchessia a suo piacimento.
Nemmeno il mio compagno, quello che ha il privilegio di mettermelo in culo e bendarmi e legarmi, mi manca di rispetto e lede la mia dignità come alcuni utenti di splinder si sono permessi di fare.
Chi pensa di poter fare una cosa del genere, forse è il caso che cerchi altri bloggers disposti ad accettarlo. Ricevere una mia mail di risposta "grazie: sei il benvenuto" non dà alcun diritto di fare ciò che più aggrada.
giovedì 7 aprile 2011
Regali
Ieri mi ha scritto Peppe due mail. In una diceva:
"belli i tuoi scritti: mi piace il tuo modo di raccontare il sesso che è come se si fosse lì a viverlo."
e nella seconda mail mi ha mandato un regalo, un suo racconto di cui mi ha concesso l'onore di condividerlo sul blog (ecco questo è un altro dei vantaggi di non permettere commenti se non via mail privata: poter mostrare per bene a tutti le cose belle).
Ecco il racconto di Peppe.
Chiudo gli occhi nel momento in cui, sorridendomi, apri le gambe e t'inginocchi sopra il mio bacino. Me lo prendi in mano, te lo porti tra le cosce. Lo strusci sul tuo sesso. Dal glande scoperto mi giunge una scossa. Il mio gemito si fonde al tuo, mentre sento la pressione e avverto le tue labbra cedere e sciogliersi scivolose attorno alla mia asta. Ti penetri. Ti ci siedi sopra, resti accovacciata per un po' su di me, tenendomi le mani sul petto. Mi tieni dentro di te, senza muoverti, stringendomi i fianchi con le ginocchia. Mi lecchi il collo e i capezzoli. Sento il tuo calore e la tua voglia sul mio membro, imprigionato e bagnato. Lentamente inizi a muovere il bacino, aumentando la pressione verso il basso: "Mi piace sentirmelo dentro così... è mio!". Quelle parole mia scatenano una scintilla che si mette a bruciare d'improvviso. Apro gli occhi, ti fisso. Ti lecco il viso e, sferro un violento colpo di reni nel momento in cui tu spingi in basso. Ti sfugge un grido, mentre ti serro con forza i fianchi con le mani ed inizio a guidarti verso un ritmo più frequente. Ti sollevi, mentre le mie dita affondano nella tua morbida carne. Ti porti le mani dietro la nuca, butti la testa all'indietro. Sudata, ti offri. Mi avvento sui tuoi seni, preda della mia bocca e della mia voglia. Mangio, lecco, succhio i tuoi capezzoli. Duri, buoni, miei.
Sono in preda ad una eccitazione violentissima, improvvisa. Le mie mani scivolano lungo i tuoi fianchi, stringono, palpano, modellano. Scendono sul tuo sedere pieno. Spremono, sollevano, allargano, si accentrano. Avverto la tua pelle farsi più tenera, morbida come seta, calda come cera, mentre scivolo nel loro mezzo. Ti sollevi e ricadi sempre più violentemente sul mio membro. Non ho mai lasciato le mie dita frugare fin lì, vicino al tuo buco, e così audacemente, forse per pudore o per timore. Ma ora non ci penso. Ho nelle narici il tuo odore e una voglia incredibile che mi devasta il cervello. Mi abbracci forte, premendomi la testa tra le tue tette. Ti piace, ti piace allora. Ti dimeni più forte sul membro, sento il tuo miele bagnarmi, siamo eccitatissimi, avvinghiati da una voglia nuova.
Affondi le mani nella mia schiena, gridandomi: "Sììì...". Il mio dito finalmente entra in te, penetrandoti il culo dove non avevo mai osato. Un urlo scomposto e selvaggio ci lega in un orgasmo violentissimo, liberatorio, contraendoci all'unisono con i nostri sessi, bagnati e luccicanti.
mercoledì 6 aprile 2011
A casa A'tuinn
Sta sera prendi due bandana. Quello rosso lo voglio sugli occhi. Si va bene lo metto io così non mi puoi tirare i capelli. légami. stringi un po' di più, sì, ecco, così. E' molto carino il tuo pensiero di usare un solo nodo semplice, così se volessi posso slegarmi da sola, ma non ne ho intenzione. Cosa desidero che tu mi faccia? Niente: sono alla tua mercè.
Nell'oblio di non vedere, di poter solo sentire la tua voce, le tue mani, tutto si amplifica nella tensione dell'attesa di ciò che farai. Io ascolto, non penso: lascio andare il mio corpo che risponda alle tue mani, che non sono più le tue mani, sono le mani del piacere, senza nome, senza passato, nate per morire in un momento.
Sei in balìa di sentimenti contrastanti, vedi il mio corpo come qualcosa di sacro, da rispettare e contemporaneamente vorresti profanarlo, violarlo. So che non lo farai, sento nella tua voce che il rispetto per il sacro è più forte, e lavora per tenere a bada quella curiosità capricciosa un po' da bambino che, con in mano una pratolina, inizia a farla a pezzi. Ti sento anche nell'imbarazzo di non sapere come muoverti. Non lo sai, ma ti stai muovendo benissimo: ogni tocco è un piccolo brivido di piacere, e ti basta vedere la mia languidità, il mio desderio espresso col mio corpo, con un sorriso e nient'altro per darti conferme. Ed ogni brivido una goccia di me per te.
Apro le gambe, ma non troppo. Giochi molto bene: ormai hai imparato a conoscermi a prendermi "alla larga" anche se l'invito è esplicito. Sai che mi piace fremere d'attesa di piccoli passi verso la mia intimità, sia fisica che emotiva, ogni piccolo passo una goccia di paicere liquido. Un sussulto, di piacere, quando la tua mano decide di sfiorarmi il clitoride. Inizi un gioco di presenze assenze, che mi fa impazzire, di passi lievi e pesanti, di carezze, piccole penetrazioni, di stimolazioni dell'altro buco.
Succhio le tue dita che sanno prima di niente, poi un po' di me, poi un po' di te, poi di entrambi. Questo gioco ti piace, ed anche a me. E succhio di nuovo, questa volta mi porgi il tuo amatissimo fallo. Lo succhio senza avidità, voglio solo bagnarlo, ma ti piace comunque tanto che non vorresti andartene di lì. Giochi di nuovo con la mia intimità, di mano, di fallo, di bocca: dai luogo a un singolare scambio di giocatori il cui incalzare aumenta il mio piacere, fino al culmine, il mio.
Ora tocca a te. La partita è sempre stata nelle tue mani, anche se più di una volta mi hai chiesto cosa desiderassi. Anche se il tuo titubar d'uccello sulla mia figa mi ha spinto a buttarti dentro di me attirandoti con le mie gambe.
Me lo hai chiesto ancora e ti ho risposto come prima, hai carta bianca. Quasi implorante, mi ha chiesto di guardarti ed abbracciarti mentre godevi dentro di me impetuoso come non mai. Avvinghiata godo del tuo impeto ad ogni spinta e godo del tuo orgasmo quasi fosse il mio.
Finito tutto? Oh no, un ultimo bacio: ti succhio di nuovo il fallo. ora sa di me e di te.
lunedì 4 aprile 2011
Vorrei dire due parole ai giovani
Difficilmente leggeranno qui, probabilmente hanno altri interessi, ma vorrei dirgliele lo stesso.
Capita talvolta che faccia colazione in un bar tabacchi e vedo giovanissimi non prendersi un caffè, un pacchetto di cicche una brioches, ma un pacchetto di sigarette. Ora non so quanto costi, ma quanto tempo gli dura? E soprattutto cosa ne hanno di buono? Che gli sia stato fatto il pistolotto sul "fumare fa male" è quasi scontato e di certo non sarò io a farglielo, però vorrei consigliarvi di spendere meglio i vostri soldi.
Spendeteli in profilattici.
Non so se questi ragazzi sono vittime, ma temo d si, degli stessi pregiudizi che c'erano quando avevo la loro età, di essere mal giudicata per l'acquisto di profilattici. Quando mi ritrovai a fare le mie prime esperienze decisi di prendere la pillola per non incappare solo nelle gravidanze indesiderate, stupidamente non curante, o riponendo la nostra fiducia nel'onesta reciproca di non aver fatto sesso non protetto con altri, delle malattie sessualemnte trasmissibili. A quell'epoca il giudizio di ragazza facile c'era ancora, e temo esista tutt'ora, e non mi feci problemi a guardare con sfida il farmacista, che impassibile prese la ricetta della ginecologa e mi diede due confezioni di pillole anticoncezionali.
Quindi vorrei portare l'elogio delle gioie dell'eros contro le sigarette.
Io non sono una fumatrice, ma non nego che alle superiori provai come tanti, e non solo non mi disse niente, ma non mi piacque affatto quella sensazione di secchezza delle fauci, di cattivo gusto in bocca di congesione nasale che mi lasciava. Non finii nemmeno il primo pacchetto.
Però mi ricordo quanto mi piacessero i fidanzatini che provavano a conquistare un centimetro in più del mio corpo verso quelle parti ambite che fossero le tette o il culo o il più pudico fianco. Mi ricordo l'imbarazzo dell'essere bagnata dopo i passionali e travolgenti baci adolescenziali e il desiderio di volere di più e non poterlo avere. Ma a parte un certo qual "pudico fastidio" per gli umori o per turgidi amici (si ho detto ad uno dei miei primi fidanzatini " scusa puoi spostare il fazzoletto che mi dà fastidio? in seguito incominciai ad apprezzare quel "fazzoletto") le sensazioni lasciate erano di certo migliori e più durature di una sigaretta.
Inoltre una sigaretta è un esperienza che si completa fumata la prima in tutta la vita e poi si susseguono tutte uguali le une alle altre. Il sesso dal "gratuito" del pomicio e del petting, al poco costoso del profilattico invece è una continua scoperta ed evoluzione che riserva infinite scoperte talvolta belle qualche volta brutte e qualche volta magnifiche.
Certo per il sesso bisogna essere in due, e seguire tutte quelle regole di passi lenti e graduali necessari a far si che sia un esperienza piacevole appagante e non scontata, mentre una sigaretta te la puoi fumare da solo, ma farsene una così da soli è proprio triste, perchè diciamocelo, s'inizia a fumare per stare in compagnia, per non sentirsi esclusi. E allora per non sentirsi esclusi perchè non iniziare a relazionarsi con amici ed amiche (ad ognuno sta seguire la propria indole etero od omosessuale) in un modo diverso, che porti anche a rispettare e conoscersi se stessi e gli altri di più?
E poi per il "da soli" si può fare anche dell'auto erotismo: appagante, meno triste e sicuramente più economico.
venerdì 1 aprile 2011
Signora desidera una banana?
Come ho scirtto in "legami legami" il post "vi piacciono i giocattoli?" ha raccolto alcuni commenti, e da questi ne traggo spunto per scrivere un altro post.
A. mi confida: "sulla testiera del letto ho da una parte delle "manette pelose", e dall'altra un frustino di quelli per far giocare il gatto"
e C. mi racconta:"La fantasia è il primo giocattolo del sesso.....e come dici tu,poi si può usare di tutto,dalla frutta al piumino per stuzzicare...peccato che spesso le donne siano riluttanti a certi giochi e preferiscano l'uso della solita banana..."
Mi commuovete davvero. grazie. Questo grazie è anche per B. che mi ha dato lo spunto per il post precendente. Però lasciatemi dire che, non ho aperto il mio cassetto dei giocattoli, ma ho solo parlato di cose che sono di facile reperibilità, come le banane di cui sopra: se ne butti un ciospo nel carrello nessuno ti giudicherà nulla più di una che acquista della frutta, ma se ti vedessero uscire da un sexy shop, saresti angosciata dalla possibilità di essere riconosciuta. Il solito puritanismo del cazzo: sante la domenica vacche dal lunedì al sabato. Per fortuna che ora esiste il tuppersex!
SE vogliamo parlare di giocattoli, vi parlo dei miei.
Il primo in assoluto il migliore, in completo accordo con C, è la fantasia, che è solo da sbizzarrire. Tutti ce l'abbiamo va solo usata in un contesto di armonia e consensi.
Ho ben tre bacchette magiche piumate in casa, ma sono di esclusivo dominio dei legittimi destinatari d'uso. Tutto ciò che è piumato (compreso l'acchiappasogni) è stato bandito perchè di eccessivo interesse dei coinquilini pelosi.
Le banane a casa mia rimangono in cucina e vengono usate per il loro reale scopo: essere mangiate. Come alternativa al magnifico fallo di cui sono la fortunata utente, ho altri oggetti fatti apposta che mi hanno procurato notevole piacere già al momento della scelta e dell'acquisto. Ho la fortuna di avere un compagno sufficientemente smaliziato (o forse lui ha la fortina di avere una compagna smaliziata) da entrare con me in un sexy shop e in alcuni casi ridere divertiti di alcuni giocattoli. Anche se a volte la mia pulsione pare averlo messo in imbarazzo.
Il primo lo acquistammo in un "erotic shop": fondamentalmente vendevano cose molto soft come i completini da cameriera, gli scherzi da matrimonio ed addio al celibato/nubilato, libri, e proprio pochi, ma pochi cazzi di gomma vibranti e non. La scelta è stata ardua perchè la cosa che a me preme più di tutte è la consistenza. Quindi ci passo verametne tanto tempo a farmi ispirare dalla forma e a seguire dalla consistenza. Questo era immobile, liscio e il più simile ad un cazzo vero.
Vennerò poi, dopo qualche anno, i primi due vibranti: uno piccolo, grosso poco più di un rossetto colore rosa big babol: una cosa che si può portare tranquillamente in borsa e nella busta della toilette, così perchè cvolevo qualcosa di poche pretese ma vibrante; l'altro invece fu frutto di una lunga scelta tra enormi cazzi in gel verdi e riproduzioni molto fedeli, ma esageratamente cari per le nostre tasche, e trovai quest'altro coso rosa, ben fatto, glande ben pronunciato e venature ben rilevate, non troppo grande non troppo piccolo. Solo quando fummo a casa scoprii che era dotato di telecomando vibrazione e rotazione e di seconda testa a becco di delfino! Fantastico decisamente fantastico.
Però mancava qualcosa.
Per ultimi arrivarono altri due giocattoli: un doppio fallo, e un vibratore lungo e sottile largo quanto una stilografica, scelto apposta per soddisfare retro-desideri senza essere eccessivamente invadente.
Questi al momento sono i miei/nostri giocatotli/amichetti, ma non escludiamo di accoglierne altri.