sabato 2 settembre 2023

Scappatella a Milano 2/2

Elle e Marco si avviarono con passo veloce verso l'albergo dove Elle alloggiava. Entrarono in ascensore e Marco girò Elle prendendola di schiena e la spinse contro la parete dell'ascensore con tutto il suo corpo e avvicinando la sua bocca al collo, senza toccarla ma solo per sentirne il profumo, sfiorandola con la punta del naso, J'adore misto a feromoni: inebriante. Elle lasciava che il suo corpo ascoltasse quel sottile piacere, mentre il desiderio sotto forma di cazzo duro premeva sul suo culo attraverso la stoffa, e veniva tradotto in un sussurro all'orecchio " Ti voglio". L'ascensore si fermò di scatto ponendo fine a quel secondo aperitivo. La stanza era infondo ad un corridoio male illuminato: Marco le chiese di andare avanti perchè voleva guardarla camminare: Il vestito ondeggiava ad ogni passo quasi volesse far intravedere la curva dei glutei ad ogni passo. Non aspettò molto a seguirla. La raggiunse che non aveva ancora inserito la chiave nella toppa. Mentre Elle trafficava Marco cominciò a sfiorarle il collo con le labbra spostandosi verso l'orecchio per mordicchiarlo delicatamente. Purtroppo o per fortuna l'intento di Marco fallì e la porta si aprì lasciandoli entrare. Bruciava, avrebbe voluto spogliarsi lì in quel disimpegno e farla finita lì subito, ma Marco aveva ben altre intenzioni. Le prese le testa fra le mani reclinandola delicatamente per baciarla, ma non lo fece. Si mise a sfiorarle le labbra con le sue creando quell'attesa bruciante ed interminabile di un baci. Elle era rapita da questo modo di fare deciso e delicato allo stesso momento. Attendeva e bruciava attendendo la prossima mossa di Marco, che le mise in quel momento la lingua tra le labbra, ma non in bocca. A quella delicata pressione Elle non potè far altro che cedere, schiudere le sue labbra per cercare con la sua lingua quella di lui. Era una danza delicata che in breve si trasformò in un bacio sempre lento ma passionale, profondo. Elle si strinse a Marco che le lasciò la testa per sfiorarla delicatamente coi polpastrelli collo spalle schiena in una discesa interminabile ed inesorabile. Il corteggiamento del corpo, delicato lento solo sfiorato, che Marco le stava riservando creava un granello di polvere alla volta un eccitamento prorompente che Elle  viveva in una situazione di interminabile e piena di libidine attesa. Le mani di marco arrivarono sui fianchi di Elle, smise di baciarla e si inginocchiò: " voglio assaggiarti" le disse, poi le sollevò una coscia mettendosela sulla spalla, scostò il vestito ed avvicinò il volto alle grandi labbra. La mano le accarezzava le natiche mentre Elle sentiva il respiro solleticarle le grandi labbra umide e gonfie. Aveva sol un pensiero per la testa " sì ti prego fallo!", e nonostante le mani fossero sulla sua testa e potessero spingerlo ad avvicinarsi di più non lo fece: le piaceva da impazzire quel suo modo di condurre il gioco. Marco si avvicinò di più fino a sfiorare con la punta del naso il clitoride e con la punta della lingua le grandi labbra. sfiorava appena ed Elle bruciava di desiderio. Ogni sfiorare un ansimo. Marco la assaggiò appena: un passaggio di lingua attraverso le grandi labbra che strapparono ad Elle un lungo ansimo quasi lasciandola senza respiro. Marco risalì, facendo scorrere lentamente le mani lungo i fianchi e portando con sè il vestito di Elle lasciandola solo in scarpe e reggiseno. Fece un passo indietro per poterla guardare. Elle era eccitata e fiera e non potè fare a meno di notare che l'eccitamento di marco stava per scoppiare nei pantaloni. Si inginocchiò lei allora. Slacciava i pantaloni di Marco fissandolo negli occhi, caduti gli uni, seguirono anche i boxer lasciando alla vista di Elle un magnifico cazzo turgido dalla cappella ben tornita e pronto per essere assaggiato.
"Il boccone ne vale davvero la pena."
"Avevi dubbi?"
"In realtà non me ne ero posta, mi piaceva già quello che c'era"
Elle accostò una mano al cazzo di Marco con delicatezza come si fa quando si vuole accarezzare un fiore. Lo osservava: ne osservava le venature talvolta pulsanti, il contorno del glande l'orifizio gocciolante. Raccolse quella goccia con la punta di un dito e se lo mise sulle labbra mentre fissava Marco. Poi gli accostò il volto per sentirne il calore, quasi un atto di riconoscenza per quei due colpi galeotti  ricevuti sotto al ponte. Lo sfiorava con la punta delle dita, seguendone le venature fino a raggiungere la corona del glande e percorrerla risalendo verso quell'orifizio prodigo di goccioline. Ne raccolse un altra e la distribuì sulla cappella. Poi un altra ancora e la fece scivolare su tutta la lunghezza verso le palle. L'eccitazione di Marco era pari alla sua se non oltre: aveva così tanta voglia di lei che le palle erano contratte come se fossero delle molle pronte per scattare. Tenne la mano lì a raccogliere quelle molle cariche ed iniziò ad accarezzarglielo allo stesso modo con l'altra mano. Alzò lo sguardo per cogliere l'espressione di Marco: sembra le dicesse con quella bocca aperta, " ti prego prendilo in bocca". Elle sorrise ed avvicinò la bocca al glande. Estrasse la lingua, raccolse l'ennesima goccia ed iniziò a sfiorare delicatamente con la punta della lingua la cappella, lentamente a spirale fino a raggiungere la corona. Marco appoggiò una mano sulla testa di Elle come a dirle non fermarti. Con la mano Elle sollevò il cazzo e a lingua piena ma in modo delicato leccò tutta l'asta dalle palle alla cappella, strappando un ansimo di piacere a Marco, poi dischiuse le labbra e si lasciò scivolare lentamente il cazzo in bocca fino a dove riusciva a prenderlo. Marco fremette sia al primo che al secondo movimento, poi Elle si allontanò: "Questo è l'aperitivo" gli disse rialzandosi. Si liberarono degli ultimi indumenti per tuffarsi sul letto, ripetendo la stessa posizione a gambe dell'uno tra le gambe dell'altra già fatta a cena, solo che non si trattava di un delicato sfiorarsi: la gamba di Marco premeva sulla figa bagnata di Elle e il suo cazzo si strusciava sul fianco con un ritmo più definito e deciso, mentre la mano di lei glielo teneva premuto contro la gamba, e la mano di lui sollevata la coscia di lei libera andava alla ricerca dell'altro buco. Elle si strofinava sulla gamba di lui, e Marco lo faceva scivolare tra la mano e la coscia di Elle, ma durò poco. Marco voleva godersi Elle in tutto: si allontanò, e gli mise la faccia in mezzo alle gambe iniziando a leccarla con più decisione. Elle ansimava ad ogni colpo di lingua. Marco teneva ina mano sopra il monte di venere tirandolo un po' verso l'alto e scoprendo meglio il clitoride, anche se si stava dedicando di più alle grandi labbra che al clitoride stesso: l'effetto era dirompente. Prese a penetrarla con le dita: non le muoveva, ma le premeva contro la parete vaginale. Elle era ormai dispersa in quel puro universo di piacere quando Marco si staccò e la invitò a sdraiarsi su di lui in modo da avere la sua figa in faccia. che magnifica posizione per un 69. Marco leccava e la masturbava mentre Elle rapita da tutto ciò aveva dato inizio ad un pompino il più lento possibile, ma le veniva difficile trattenere il suo desiderio per andare piano. accarezzava a mano aperta sia le palle che il buco di Marco, talvolta stringendole delicatamente. Marco prese quella provocazione anale come un invito: smise di masturbarla in figa, le scosto per bene le natiche ed iniziò a giocare con il suo buco strusciandoci gli umori. Elle raddrizzò la schiena, fece scivolare i cazzo fuori dalla bocca e inarcò il culo pronta per farsi scopare. Avrebbe voluto tutto da Marco, avrebbe concesso tutto a Marco. Solo per una notte. Marco spostò Elle di fianco e le si mise tra le sue gambe con il cazzo in mano. "Ho pronto un boccone per le tue labbra" ed iniziò a strusciarle la cappella sulla figa. Elle tese le braccia per tirarlo a se e farlo entrare, ma Marco si teneva quel minimo a distanza per cui Elle non riusciva a prenderlo. Poi un movimento deciso e fu dentro di lei e più vicino: Elle lo avvolse con le braccia e le gambe Lo voleva sentire tutto dentro di se: nella sua testa ci era già entrato e con successo, ora lo voleva nel suo corpo. Marco si muoveva lentamente ed Elle ansimava ad ogni movimento: lento e costante come l'archetto sul violino. Elle gli pose una mano sul volto e lo invitò a baciarla lo voleva tutto dentro di se. Ogni movimenti un brivido, ogni brivido sempre più vicina all'orgasmo, e non voleva che arrivasse tanto presto. Marco uscì e mostrandole il cazzo le chiese: "lo vuoi assaggiare questo bel boccone che sa di te?" Elle si mise a carponi verso di lui ed iniziò a succhiargli il cazzo con decisione mentre Marco allungata una mano verso il culo le stuzzicava il buco. Elle ansimava e spompinava, Marco ansimava e stuzzicava. Poi le mise una mano spalla e le chiese di fermarsi e girarsi. Elle si mise nella sua posizione preferita quella della schiava: culo all'aria e petto in giù. Marco era stato ammaliato dalla foga del pompino: le mise la punta del cazzo sull'apertura della figa ormai ben aperta e con le mani  sui fianchi la penetrò con un colpo secco e deciso strappandole un urlo di piacere e stupore e continuando con colpi vigorosi. L'ansimare sotto quei colpi era diventato una serie di piccole grida di piacere che stavano coinvolgendo Marco sempre di più il quel aveva smesso di ansimare pure lui davo il via a vocalizzi meno equivocabili. Poi si fermò di colpo, tirò fuori il cazzo, vi infilò il dito, lo estrasse ed iniziò di nuovo a giocare col culo di Elle ma più deciso. Il culo cedette il dito entrò e subito dopo il cazzo entrò di nuovo in figa seguendo un ritmo più lento. Elle si sentiva morire dal piacere, l' orgasmo faceva capolino, ma non si era ancora deciso ad esplodere. Ma Marco voleva sentirla urlare. Con il quella posizione con la mano libera iniziò a giocherellare col clitoride, aumentando di poco il ritmo delle spinte finchè Elle non venne urlando. L'orgasmo le fece contrarre i muscoli della vagina rendendola più stretta mandando il sangue al cervello di Marco. Uscì di nuovo da lei, le chiese di succhiarglielo ancora una volta e poi la fece mettere di schiena tirandole su le gambe. Si appoggiò al buco ormai rilassato e glielo mise dentro. Iniziò a scoparle il culo come aveva fatto all'inizio con la figa e a masturbarla di nuovo nonostante fosse già venuta. Elle continuava a godere, la stava portando oltre una soglia che pensava non oltrepassabile. Le stava scopando il culo sempre con più foga e la stava masturbando, il ritmo si faceva sempre più incalzante. Elle venne una seconda volta seguita a ruota da Marco che con con un ultima spinta aveva iniziato a sborrarle in culo facendole sentire gli schizzi caldi dentro di se. Ora Elle sdraiata sul letto soddisfatta ed appagata avrebbe dovuto ammettere con Laurent che lui aveva ragione: poteva andare oltre quell'orgasmo sempre ritenuto conclusivo. Le si apriva davanti una nuova occasione per sperimentare con suo marito qualcosa di nuovo.

venerdì 1 settembre 2023

Scappatella a Milano 1/2

Il sole stava tramontando sul Naviglio Grande in direzione Corsico: Elle era tornata a casa seppur per un breve tempo. Era cambiato molto se non tutto, ma era pur sempre la sua città e certe cose come i tram sferraglianti non erano ancora cambiati. Era una bella serata a metà settembre con l'aria ne fredda da penetrare nelle ossa ne calda afosa da appiccicare la pelle: era in quel periodo di mezzo che fa sembrare tutto semplicemente perfetto e che permette di indossare un vestito leggero scampanato senza avere freddo. Stava aspettando Marco per un aperitivo uno di quei tanti incontri casuali che si fanno sul web e che portano a una simpatia reciproca senza nemmeno sapere il perché. Sarebbero andati a prendere qualcosa in uno dei tanti locali che tra Alzaia e Ripa si susseguivano l'uno dietro l'altro. Elle ne aveva approfittato per essere un po' più elegante del suo solito casual pratico: era nella sua città nei luoghi che amava e aveva voglia di goderseli un po' di più con un vestito di maglina semplice a fantasia floreale e un paio di tacchi. L'appuntamento era lì, sul ponte di via Valenza: forse non romantico come il ponte di vicolo de' Lavandai o come lo chiamano oggi ponte Alda Merini, ma pratico e sicuramente con una vista migliore rispetto a Porta Genova. "Sono a 2 fermate da lì" comparve sul telefono di Elle dal numero di Marco. Elle ripose il cellulare nella borsetta: odiava quelle catenelle per portare il cellulare a tracolla. Si voltò a guardare la Darsena e i locali che si preparavano per i clienti: "una volta lì ci passavo in bicicletta" disse tra se sorridendo ed aprendo un cassetto di ricordi infinito tra cui i pomeriggi di settembre passati in fila per comprare i libri usati per il liceo al Libraccio e a quanto fosse a quell'epoca inconsapevole delle sua capacità di donna. Un tram si fermò alle sue spalle, da cui scesero alcune persone. "Elle?" Elle, si voltò al suono di quella voce limpida e gioiosa proveniente da un uomo dalla tipica carnagione olivastra del sud e su cui faceva spicco un magnifico sorriso a cui Elle non poté fare a meno di rispondere. Si abbracciarono come vecchi amici, perché così capita quando si chiacchiera a lungo e si finisce per conoscersi bene. Si incamminarono Lungo l'Alzaia alla ricerca del locale che gli sarebbe piaciuto di più: Marco le offrì il braccio, in un atto di gentilezza di altri tempi, imparato dai film in bianco e nero o da un nonno molto premuroso. Un gesto a cui Elle non poté dire di no: aveva desiderio di un contatto fisico con Marco e quel gesto minimo e ben educato faceva proprio al caso perchè non era sfacciato come tenersi per mano o camminare abbracciati e non era "freddo" come il semplice camminare. Tradiva sì una "complicità" e forse voleva proprio essere quello. Decisero per un locale piccolo con dei tavolini risicati a listelli nei pressi di via Corsico che faceva sia da bar che da ristorante. Gli Spritz fecero solo da contorno a chiacchiere e risate già conosciute on line, ma che dal vivo avevano, giustamente tutt'altro sapore. A Elle quella parlata con accento del centro incuriosiva ed affascinava, inoltre Marco era bravo a raccontare e sapeva modulare bene la voce rendendo più vivi certi particolari del sui racconti tanto da colpire Elle nel profondo e farle desiderare di volerne di più. Ci mise un po' a capire che era una fine arte di seduzione quella che stava mettendo in atto Marco: attirare completamente l'attenzione di Elle, conquistarle la testa per poi ottenere il resto. Che gioco sublime che Marco stava creando per lei! Decise di rispondere e il tavolino era complice: era uno di quei tavolini risicati dove 2 coperti ci stanno a malapena e le gambe sotto…. beh o sai fare acrobazie o inevitabilmente si sfiorano. Elle cambiò posizione sulla sedia e le sue gambe accavallate finirono per sfiorare non troppo leggermente i pantaloni di Marco, quel non troppo leggermente da sfiorare con i pantaloni la gamba di lui. Elle aveva fatto il suo passo, sebbene fosse un passo immobile: rimanere lì come se non ci si fosse accorti di esserlo, d'altronde il corteggiamento è da che è mondo una danza fatta di atti eleganti e delicati. Elle ascoltava i sui racconti mentre sorseggiava lo spritz  nascondendo il resto del volto per mettere in risalto gli occhi e lo sguardo che stava cambiando da semplicemente divertito a sempre più interessato al narratore che al racconto stesso. Arrivarono le ordinazioni, Elle dovette cambiare di nuovo posizione sulla sedia e le sue gambe finirono in mezzo a quelle di Marco che si fecero più vicine quel tanto da sfiorarle le gambe quel non troppo leggermente da farle sentire le sue. Iniziarono a mangiare continuando quel corteggiamento silente come se nulla fosse.
"Posso avere un boccone dal tuo piatto?" Chiese Elle. 
"Certamente."
Elle fece per allungare la forchetta, ma Marco la fermò. "ah, ah non così." Marco preparò un boccone con la sua e lo allungò verso Elle. Lei dischiuse la bocca guardando Marco in volto ed accorgendosi che lui la stava guardando a sua volta. Prese il boccone lentamente chiudendo le labbra con delicatezza attorno alla forchetta e senza mai distogliere lo sguardo fino a che i rebbi non furono tolti. La danza aveva avuto la sua dichiarazione. Elle si raddrizzò sulla sedia e cambiò di nuovo la posizione delle gambe retraendole ed allungandole di nuovo per aprirle in modo che fossero una di quelle di Marco fosse tra le sue e di nuovo a contatto sfiorato ma non troppo. Elle riusciva a controllare ancora bene il respiro a " fare finta di nulla" ma la figa stava già fremendo ed illanguidendosi. Marco cambiò tipo di racconti passando da ricordi e considerazioni buffe al "qui ed ora".
"Mi piace il modo in cui prendi in bocca la forchetta."
"Se il boccone ne vale la pena, allora è giusto assaporarlo in tutti i suoi aspetti".
"Mi fai provare un boccone del tuo?"
" Certamente"
Senza indugi Elle preparò un boccone dal suo piatto e lo offrì a Marco. Senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro Marco afferrò il boccone solo con le labbra lasciando intonsa la forchetta: Elle ebbe un fremito che le percorse tutta la schiena e che controllò a fatica: voleva quelle labbra sul suo clitoride non aveva dubbi. La cena passò in un clima sempre più intenso e caldo, il tono delle chiacchiere era cambiato; saltarono eventuali dolci e caffè, per una passeggiata in direzione Darsena e albergo dove alloggiava Elle. Elle aveva voglia di passare vicino all'acqua, passando sotto il ponte dove una volta passavano i cavalli che trascinavano i barconi. Era un luogo lontano dalla vista del resto del mondo. Scesero, ed Elle attirò a sé Marco appoggiandosi al muro con la schiena: bruciava, voleva sentire il suo corpo anche se vestito sul suo, se sue mani su di lei. Marco non oppose resistenza le mise una mano sulla nuca e l'altra sul fianco e iniziò a baciarla. Elle si scioglieva in quella cornice tra il romantico e il trasgressivo stringendosi a Marco. Alzò una gamba puntellandosi al muro in modo tale da far avvicinare marco di più alla sua figa. Marco raccolse l'invito prima appoggiandosi di più con il suo corpo, poi spostando la mano dal fianco lì. Elle era calda e bagnata attraverso il sottile pizzo delle mutande, che marco scostò per toccare meglio. Elle sospirò e lui smise di baciarla per guardarla a bocca aperta mentre lui le sfiorava appena le grandi labbra. Poi riprese a baciarla, smettendo di toccarla. Abbassò la zip tirò fuori il suo cazzo e smise di nuovo di baciarla: le appoggiò la punta del cazzo tra le grandi labbra e lo fece scivolare dentro di lei lentamente. La voleva vedere, voleva vedere il suo volto rimanere senza fiato a bocca aperta mentre il suo cazzo la penetrava per la prima volta in quel mezzo buio sotto il ponte, poi si ritrasse e rientrò lentamente: Elle ansimava.
"Questo è l'aperitivo" le disse prima di uscire da lei e richiudere la zip.
Elle ci mise un attimo per riprendersi, ma decise di non mettere a posto lo slip: lo tolse e se lo mise nella borsetta.